Internet non è un luogo diverso(pubblicato martedì 19 gen 2010 da P. Tassone)
Internet era tra le tre famose I del quarto Governo Berlusconi, insieme ad Impresa ed Inglese. E’ sopraggiunta la crisi e gli 800 milioni promessi per l’infrastruttura, per cercare di portare la banda larga un po’ ovunque, hanno dovuto cedere il passo ad investimenti più importanti. Niente banda da 2 Mbit garantita per tutte le famiglie, come aveva garantito il ministro Brunetta e niente di fatto anche per quei 50 o 60 mila nuovi assunti che – si stima – avrebbero trovato lavoro nell’indotto.
Internet può attendere: peccato, perché con la banda larga magari si potrebbero lasciare a casa (a lavorare, però) un discreto numero di pendolari che ogni mattina salgono sui treni, permettendo loro di non perdere inutili giorni di lavoro quando sono impossibilitati a muoversi.
Per una nevicata, ad esempio.
Se però Internet diventa “cattiva” merita subito attenzioni: il gesto di un ragazzo in cura per problemi psichiatrici che lancia una statuetta contro il Premier, ferendolo, diventa un pretesto per una regolamentazione di emergenza. E durante l’emergenza è sempre la “pancia” a prendere il sopravvento, mai la “testa”: si preannuncia un giro di vite per controllare la Rete, incubatrice di odio.
Creare per scherzo su Facebook un gruppo di ammiratori dello psicolabile attentatore potrebbe diventare reato, addirittura un semplice click come “diventa fan” sarebbe a rischio penale.
Se non fosse che è il Ministro dell’Interno Maroni a parlare, verrebbe da guardare il calendario, per sincerarsi che Aprile sia ancora lontano: così, anziché scusarsi con i cittadini di non essere neppure riuscito a garantire la sicurezza del Premier da un “nemico” tutto sommato innocuo, alza la posta indirizzando le accuse verso la Rete (l’attacco è sempre la migliore difesa).
Con il passare dei giorni la “testa” torna a comandare: Internet non è un luogo diverso dagli altri, le leggi ci sono già ed è sufficiente farle applicare.
Internet è così simile alla vita reale che il Tribunale di Roma ha dato ragione a Mediaset nella causa contro Google: il contendere riguardava i numerosi filmati presenti sulla famosa piattaforma di streaming YouTube i cui diritti appartengono ovviamente a Mediaset. Il giudice ha ritenuto di non poter equiparare a “provider di spazi web” Google, ma anzi di considerarlo un Editore in senso “classico”, che guadagna con la pubblicità e che, però, risponde dei contenuti pubblicati.
Una interpretazione molto diversa rispetto alla normativa europea sugli UGC (User-Generated Content), dove a rispondere sono solo gli utenti che caricano materiale protetto e mai i provider che metteno solo a disposizione il mezzo: sarà una interessante e avvincente sfida legale [...]
http://www.oltrelinux.com/2010/01/19/internet-non-e-un-luogo-diverso/#more-2236
2 commenti:
che palle, rieccoli
Se passano alcuni dei contenuti aberranti in certe proposte di legge in discussione, rischiamo in breve tempo di ritrovarci un'internet ad accesso filtrato, stile Iran (o magari anche cina, sarà poi il prossimo passo?)....... e il cerchio si chiude....
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