Prima gli italiani
di Mattia Feltri
La Stampa - 16/06/2017
Dibattito in
Parlamento sullo ius soli. Ferito numero uno: il ministro dell’Istruzione,
Valeria Fedeli, che durante un assalto dei senatori leghisti ai banchi del
governo all’aula di Palazzo Madama è caduta ed è stata medicata in infermeria
con cerotti e antidolorifici, ma ha rassicurato tutti via Twitter. Ferito
numero due: Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega, che nel corso della
suddetta rissa è stato ferito a una mano da ben sette commessi del Senato, ed è
stato medicato alla buvette con del ghiaccio provvidenzialmente sottratto al
Campari.
Feriti
numero tre e numero quattro: due ragazzi di CasaPound che, col resto della
truppa di nerboruta destra, cercavano di raggiungere il Senato (ignari che
dentro se la stessero cavando benissimo anche senza di loro), e sono stati
fermati dalla polizia a manganellate (com’è ironica certe volte la vita).
Feriti numero cinque, sei eccetera fino al sessantotto: sessantaquattro manifestanti
di Forza Nuova, dunque sempre di nerboruta destra, denunciati perché pure loro
cercavano di raggiungere il Senato, cantando inni fascisti e salutando
romanamente, e sono stati bloccati con gli idranti. Quindi feriti
nell’orgoglio, ma feriti. Ferito numero sessantanove: il presidente Piero
Grasso che appena prima di questi edificanti accadimenti si è preso ben tre
«vaffanculo» dal senatore leghista Raffaele Volpi. Anche lui ferito
nell’autorevolezza, ma ferito. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: se
le sono date fra di loro. Prima gli italiani.
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