Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

giovedì 13 settembre 2018

Era Ora

https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2018/09/13/voto-orban-ungheria-parlamento-europeo


Il parlamento europeo dice no a Viktor Orbán e all’estrema destra





2 commenti:

PiGi ha detto...

I governi ungherese e polacco davanti a tribunali UE per infrazioni ai decreti UE. Ora quelli del "governo" Conte si stanno candidando ad accusati non solo per questioni economiche ma anche per infrazioni tipo quelle dei polacchi e degli ungheresi (diritti individuali e stato di diritto). Non hanno capito che gran parte dei governi UE in vista delle elezioni UE faranno capire a tutti i governi UE e ai cittadini UE che il tempo dei furbetti è finito. O seguire le regole o tagli di tipo economico. A cui nessun governo può mettere veto. Tanto per cominciare. E poi magari rispolveranno il famoso piano di "UE a due velocità". Ovvero i virtuosi con l'€ in serie A e gli altri in serie B. E quelli che decideranno saranno in futuro quelli di serie A e a maggioranza. Fine dei veto. A quelli di serie B viene tolto l'€ se lo hanno.

Anonimo ha detto...

Bolsonaro presidente, un passo avanti verso l’estinzione dell’umanità

Jair Bolsonaro, recentemente eletto alla presidenza del Brasile, non è solo un militare fascista che ha espresso il suo apprezzamento per Hitler, la tortura e i golpisti brasiliani degli anni Sessanta e Settanta, criticandoli anzi per non aver assassinato un numero sufficiente di persone. Non è solo un disgustoso omofobo e un cultore dello stupro come forma di rapporto tra i sessi. Non è solo un razzista che ritiene che i neri, gli indigeni e i poveri in genere costituiscano categorie inferiori. Non è solo un soggetto talmente estremista da far sembrare il nostro Salvini un sincero democratico. E’ certamente tutto questo, ma anche e soprattutto un adepto delle politiche neoliberali di privatizzazione, che si preannunciano nell’ordine dei cinquecento miliardi di dollari, così come si preannuncia il taglio di ogni sussidio sociale volto ad attenuare, sia pure in misura limitata, le spaventose disugaglianze sociali che colpiscono il Brasile, come altri Paesi dell’America Latina.
E’ bene sottolineare come con Bolsonaro si stia preparando un attacco frontale alle condizioni materiali di vita e ai diritti delle classi subalterne brasiliane, a beneficio di quella ristretta élite locale che, legata a filo doppio alle oligarchie internazionali, ha orientato il voto di milioni di soggetti inconsapevoli mediante il controllo dei media vecchi e nuovi. Ciò comporterà evidentemente una drastica diminuzione dei livelli di democrazia, a meno che non si voglia ridurre quest’ultima al “diritto” di esprimere ogni quattro o cinque anni la propria opzione su di un candidato alla presidenza.
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L’elezione di Bolsonaro si rivelerà ben presto anche una vera e propria sciagura per l’ecosistema globale, dati i suoi orientamenti in materia di cambiamento climatico e il fatto che in Brasile sono situate alcune delle residue risorse strategiche globali che, a partire dall’Amazzonia, saranno con ogni probabilità sacrificate alle coltivazioni intensive e al profitto delle multinazionali da rapina. L’elezione di Bolsonaro sembrerebbe quindi destinata a confermare la tesi dell’incompatibilità tra sistema capitalistico e natura recentemente affacciata da uno studio delle Nazioni Unite, imprimendo anzi una drammatica accelerazione al processo di devastazione dell’ecosistema e costituendo in questo senso un passo avanti verso l’estinzione dell’umanità, perlomeno nella forma fin qui conosciuta.
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