Da vedere e meditare a fondo.
Pare che
siano sufficienti cinque giorni di connessione in Rete, un’ora al giorno, per
modificare i circuiti neurali del cervello umano, aumentando l’attività
cerebrale: lo sostiene l’equipe di Gary Small, docente di Psichiatria e scienze
comportamentali all’Università della California di Los Angeles. «Le persone —
afferma Small — che hanno l’abitudine di cercare qualcosa online hanno
un’aumentata attività in alcune aree del cervello. Ma c’è un costo: chi stimola
determinati circuiti ne trascura altri. Le nuove tecnologie stanno
riformattando i nostri cervelli, anche se in modo non irreversibile».
La puntata
intitolata Iperconnessi, che andrà in onda domani in prima serata su Rai3,
parte dai dati di base, ad esempio per quanto tempo restiamo «connessi» o
quante volte tocchiamo il nostro smartphone in un giorno (più di 2.600 volte),
e interroga gli scienziati, nei laboratori e nelle università in Europa e negli
Stati Uniti, sulle loro ricerche intorno alle conseguenze
Il risultato
è impressionante, visto che
molti studi hanno messo in evidenza un’erosione dell’attenzione o l’aumento
dello stress, per non parlare dello sviluppo di comportamenti estremi.
«Sarà la prima
volta — racconta al “Corriere” l’autore e conduttore di PresaDiretta, Riccardo Iacona — che si arriva
con un’intera trasmissione su questo argomento in prima serata. Ho
l’impressione che ci sia una grande attenzione sul tema, con un’ampia
produzione scientifica: la scienza ci sta avvertendo per tempo».
E continua,
a proposito di connessione e iperconnessione: «Si tratta di un motore di cambiamento della realtà,
così come la cambierebbe un fenomeno economico. Ma fa pensare il fatto che il
71% delle persone fatichi a leggere un articolo di giornale e che oggi il
“tempo di attenzione” sia minore di quello di un pesce rosso (otto secondi; il
pesce rosso nove)».
Il calo
dell’attenzione, l’eccesso di stimoli, la velocità con cui ci sentiamo costretti a «switchare»,
cioè passare da un’attività all’altra, non sono però soltanto fenomeni studiati
per le loro conseguenze sulla nostra salute: c’è anche, avvertono gli
scienziati nell’inchiesta, chi li pilota.
«Si parla
tanto di una società estremizzata, che urla, che ha paura — spiega Lisa Iotti, autrice della
puntata con la collaborazione di Antonella Bottini e Irene Sicurella — ma la
polarizzazione della società è funzionale a un modello di business che
attira l’attenzione facendo leva sulle emozioni più forti».
La puntata
ha richiesto a Iotti e alle altre autrici alcuni mesi di lavoro in giro per il mondo, per incontrare
scienziati, psichiatri, psicologi e specialisti di «addictologia» (l’addiction
è la «dipendenza», da droghe o da altro), che raccontano le loro indagini e
scoperte. «Noi siamo come pensiamo», ha risposto uno dei luminari delle
neuroscienze americane, Michael Merzenich, chiarendo quali sono le
modificazioni indotte dall’iperconnessione. Altri, come Nyr Eyal, autore del
saggio Hooked, in Italia edito come Creare prodotti e servizi per
catturare i clienti (Edizioni LSWR), hanno spiegato come le molte
visualizzazioni, i like, la quantità di contatti e il successo di follower
siano elementi usati per stimolare meccanismi biologici di gratificazione.
Intervengono sul circuito del piacere: e non solo i metodi per manipolare la
gratificazione esistono, spiega Eyal nell’inchiesta, ma è possibile addirittura
«accendere» una vera e propria dipendenza. C’è chi ne studia gli algoritmi,
magari in start up che valgono anche milioni di dollari. «Sono
meccanismi di vendita — conclude Iacona — con i quali si può passare poi a
vendere ad esempio proposte politiche. Si tratta di un potente moltiplicatore
che lavora su meccanismi biologici — e noi ci caschiamo mani e piedi. Quello
cui ci troviamo davanti è un cambiamento antropologico universale, che fa di
noi questo: un cliente adescabile con parole semplici».
In onda
Lunedì 15
ottobre, alle 21.15 su Raitre andrà in onda il programma PresaDiretta. Lo firmano il
giornalista Riccardo Iacona e Maria Cristina De Ritis. La puntata si intitola Iperconnessi
ed è firmata da Lisa Iotti con la collaborazione di Antonella Bottini e Irene
Sicurella. I temi trattati nell’inchiesta riguardano i rischi dell’uso e
dell’abuso delle nuove tecnologie, soprattutto a livello cerebrale, sociale e
comporta-mentale. Per realizzarla sono stati intervistati numerosi scienziati e
ricercatori in varie università, istituti e aziende in Italia, Europa e Stati
Uniti.
13 ottobre
2018 (modifica il 14 ottobre 2018 | 22:01)
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