Corriere della Sera
Dataroom, di Milena Gabanelli
Italia: calano i reati, ma più armi
in casa
A proposito
di fake news: il tema più cavalcato in campagna elettorale dal
centrodestra è stato quello della sicurezza, sempre abbinato a quello
dell’immigrazione. Dichiarazioni come: «L’Italia è in piena emergenza
sicurezza!», oppure: «C’è da aver paura, anche nelle nostre case!», non
sono mai state supportate da un dato, ma buona parte degli italiani ci
ha creduto. I numeri del 2017, che il Corriere presenta in anteprima, dimostrano esattamente il contrario: rispetto al 2016 gli omicidi sono diminuiti dell’11,2%, le rapine dell’8,7%, i furti del 7%.

Se questi dati, forniti dal Ministero
dell’Interno e non ancora consolidati, fossero stati disponibili un mese
fa, avrebbero modificato il filo narrativo della propaganda? Forse no,
perché quando si mette in moto una psicosi collettiva, nulla riesce più a fermarla.
Eppure tutti i partiti sanno che in Italia, la tendenza alla
diminuzione dei reati con maggiore allarme sociale si è innescata ben
quattro anni fa, ma hanno preferito ignorarla. I numeri sono
significativi: al netto del calo della popolazione (0,34%), dal 2014 al 2017 gli omicidi sono scesi del 25,3%, i furti del 20,4% e le rapine del 23,4%. Quindi negli ultimi anni l’Italia è diventata via via più sicura, nonostante l’aumento del numero di immigrati.
Più sicure le strade, meno sicure le mura di casa
Tornando ai numeri, si scopre che a essere meno sicure non sono le strade, ma le mura di casa: delle 355 vittime di omicidi commessi nel 2017, 140 sono donne.
A ucciderle è sempre un familiare e, nel 75% dei casi, il partner o
l’ex. Il dato purtroppo è stabile negli anni: 155 le vittime nel 2014,
143 nel 2015, 150 nel 2016. Lo dice l’ultimo rapporto sul femminicidio
pubblicato dall’Eures, l’Istituto di Ricerche economiche e sociali.
Analizzando il rapporto del Viminale, relativo agli anni 2014/2016,
nelle Regioni dove c’è stato un aumento di omicidi, la percentuale è
quasi completamente assorbita proprio dai delitti commessi in famiglia.
Il dato del Trentino per esempio è impressionante: +200%. Se si
guardano i numeri, però, si scopre che si è passati da 1 omicidio nel
2014 a 3 del 2016, e i 2 morti in più non sono imputabili a un fatto di
ordinaria criminalità (e quindi ad una mancanza di sicurezza), ma ad un
padre impazzito che ha ucciso la moglie e il figlio. Lo stesso discorso
vale per l’Abruzzo (+50%), per il Veneto (+62%), Friuli Venezia Giulia
(+600%): una crescita pressoché attribuibile ai femminicidi.
Italia campionessa europea dei furti
Secondo Eurostat, nei principali Paesi europei, esclusi gli atti di terrorismo, si nota invece una tendenza all’aumento dei reati. Sia nel caso dei furti sia in quello degli omicidi volontari. La società più violenta è quella tedesca con 9,22 omicidi per milione di abitanti nel 2016, mentre l’Italia è imbattibile nei furti,
con un indice di 20.163 furti per milione di abitanti. Un indice che
tuttavia nel nostro Paese è in costante calo, mentre in Francia,
Germania e Spagna è in aumento.

L’aumento delle licenze di porto d’armi
Insomma, le dichiarazioni allarmanti, spesso innescate da un fatto di
cronaca, riprese da giornali e tv, alla fine hanno insinuato nella testa
di molti italiani la percezione di vivere in un Paese poco sicuro. E
come si difendono? Armandosi? La fotografia del Viminale è chiara: un aumento del 41.63% delle richieste di licenze di porto d’armi a uso sportivo negli ultimi 4 anni.
Solo nel 2017 le licenze in più, rispetto al 2016, sono state 80.416.
Forse non proprio tutti appassionati di tiro al piattello o di tiro a
segno, mentre è sicuro che questo tipo di licenza è la più facile da
ottenere. In calo del 12,01% invece la licenza per difesa personale,
dove la procedura è più complessa e viene concessa solo in casi gravi e
comprovati ( di solito a chi esercita professioni a rischio rapina);
mentre i numeri relativi alla caccia sono stabili negli anni.

Le Regioni in cui si
sono registrate il maggior numero di licenze di porto d’armi sportivo
dal 2014 al 2016 (i dati regionali 2017 non sono ancora disponibili)
sono: Lombardia +43,1%, Marche +42,4%, Molise +52,6%, Basilicata +46,1%.
In molte di queste (Lombardia, Molise, Marche) tutte le attività
criminali hanno registrato una flessione.
Meglio una porta blindata di un’arma in casa
Non ci sono dati significativi connessi alla reale utilità di girare
armati, e all’analisi dei delitti, perché non esiste un monitoraggio
nazionale. L’unico andamento collegato e parallelo è quello relativo
agli omicidi commessi tra le mura di casa, a causa della presenza di
un’arma. Secondo l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di
Brescia, nel 2017 ci sono stati 36 casi di omicidio, 19 tentati omicidi, 37 minacce di morte e 37 incidenti legati ad armi legalmente detenute. In conclusione: la sicurezza è un tema sul quale sarebbe bene non barare per scopi politici. Meglio placare la paura dei furti con una porta blindata e l’installazione di sistemi di allarme.
Anche questo è un mercato in crescita: dal 2015 il fatturato sta
aumentando di 200 milioni di euro l’anno, mentre la diciannovesima
edizione della fiera sui sistemi di sicurezza che si tiene ogni anno a
Milano, si è chiusa lo scorso novembre con un incremento del 35% dei
visitatori e del 40% degli espositori.

11 marzo 2018 | 22:45
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