Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

giovedì 24 gennaio 2019

Senza scrupoli, senza vergogna, senza umanità -segue


Gino Strada: "Siamo governati da una banda per metà fascisti e per metà coglioni"

Il fondatore di Emergency: "La fortezza Europa è un'idea hitleriana"



"Gli esseri umani non sono sacchi di patate, che vengono dirottati, tu ne prendi 10, io 15. Ma dico siamo impazziti? Questo è un mondo di barbari. Qui stiamo tornando con le stesse logiche di tempi che speravamo non dovessero più ripresentarsi. Questa idea di un europa che si chiude con muri è un'idea che ha un nome molto chiaro: l'idea della fortezza europa è un'idea hitleriana". Lo dice Gino Strada, fondatore di Emergency 'Circo Massimo' su Radio Capital.
Strada continua: "Siamo di fronte a un governo razzista e fascista che non ha nessun problema a lasciar morire persone. Non è una grande novità perché questo terreno è stato preparato dal governo precedente e dal ministro degli Interni precedente".
Il Movimento 5 stelle sulla linea di Salvini, spiega, "è un segnale terribile. Quando alla fine si è governati da una banda dove una metà sono fascisti e l'altra metà sono coglioni non c'è una grande prospettiva per il paese".
Di Salvini, Strada dice: "Mi stupisce la completa disumanità di questo signore. È un atteggiamento che non è soltanto non solidale o indifferente, ma è gretto, ignorante. È un atteggiamento criminale, questi sono dei criminali, dobbiamo svegliarci ci stanno ammazzando la gente sotto i nostri occhi e li sta ammazzando un governo che, purtroppo, molti italiani hanno anche assecondato e votato". Per il medico "il nuovo fascistello, che indossa tutte le divise possibili eccetto quella dei carcerati, non ha preso il 90 per cento dei voti".
Il fondatore di Emergency prosegue: "I cittadini devono organizzare una resistenza di fronte a questa nuova barbarie, a questo nuovo fascismo misto a incompetenza e a bullismo che sta dilagando. Credo che gli italiani non siano questi mostri che vengono dipinti, ma siano sempre stato un popolo molto solidale e aperto. Sarebbe ora di farsi sentire. Mi rifiuto di credere che in Italia ci sia stato questo cambiamento antropologico in pochi anni".
Pronta la risposta di Matteo Salvini. Gino Strada, afferma, mi definisce oggi "disumano, gretto, ignorante, fascistello, criminale". Solo??? Evidentemente la fine della mangiatoia dell'immigrazione clandestina li sta facendo impazzire. L'Italia ha rialzato la testa, possono insultarmi mattina, pomeriggio e sera: tutte medaglie, io non mollo!!! Grazie amici, vi voglio bene, e a chi ci odia mandiamo baci"


Diciotti, il Tribunale su Matteo Salvini: “Era un obbligo salvarli, ma pose veto arbitrario per finalità politiche”



Per il Tribunale dei ministri di Catania fu "illegittima la privazione della libertà dei migranti" e il vicepremier era consapevole che a bordo c'erano minori non accompagnati. Secondo i magistrati le dichiarazioni dei prefetti sulla richiesta di un porto sicuro furono "rettificate". Il capo del Dipartimento immigrazione: "Bloccata la catena di comando"

di  
Il Fatto Quotidiano, 24 Gennaio 2019


Era un obbligo salvarli. Questo significava non solo fornire un luogo sicuro, ma garantirne la sicurezza, le necessità primarie – come il cibo, un alloggio, le cure mediche – e anche il trasporto a una destinazione vicina e finale. Ma i 177 migranti della Diciotti – tra cui 27 ragazzini tra i 14 e i 16 anni e due bambine – rimasero cinque giorni a bordo di una nave ormeggiata sotto il sole in piena estate dopo aver affrontato un estenuante viaggio durato numerosi giorni. A quella destinazione vicina o finale pose “arbitrariamente il proprio veto” Matteo Salvini per “finalità politiche”.
È lunga 53 pagine la relazione con cui il Tribunale dei ministri di Catania, presidente Nicola La Mantia e giudici Sandra Levanti e Paolo Corda, chiede al Senato di procedere contro il ministro dell’Interno per sequestrato aggravato dall’abuso di potere e perché era consapevole che sulla nave militare, di fatto territorio italiano, c’erano minori non accompagnati. “Non c’erano ragioni tecniche ostative allo sbarco bensì la volontà politica del senatore Salvini di portare all’attenzione dell’Ue il caso Diciotti per chiedere – scrivono i giudici – ai partner europei una comune assunzione di responsabilità del problema della gestione dei flussi migratori, sollecitando una redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia”. Dal 20 al 25 agosto quelle persone furono private della loro libertà. Sulla nave “c’erano condizioni precarie” e il leader della Lega, sostengono i giudici, lo sapeva. I giudici individuano una data ben precisa in cui il reato ha inizio ovvero quando, dopo aver sbarcato a Lampedusa 13 migranti che necessitavano di cure mediche, la Diciotti attracca a Catania.
Il sequestro, per i magistrati, inizia il 20 agosto “allorquando, previa indicazione formale del Pos (Place of saferty ovvero il porto sicuro), veniva autorizzato lo sbarco dei migranti“. Ma in realtà rimasero tutti in attesa di un via libera che sembrava non arrivare mai. Salvini non ha depositato memorie, né ha depositato memorie. Ma in quei giorni in cui il vicepremier non indietreggiava di un millimetro contemporaneamente sosteneva che voleva essere processato.
“Illegittima privazione della libertà dei migranti”
I magistrati citano la Costituzione e ovviamente tutte le convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare per sostenere l’individuazione di un reato che prevede come pena massima 15 anni. “Occorre chiarire quali siano i doveri degli Stati, le relative competenze e i limiti di discrezionalità esistenti nella gestione del fenomeno del soccorso in mare, che coniuga aspetti di assoluto rilievo costituzionale, quali quelli attinenti al diritto alla vita, alla libertà e al rispetto della dignità umana, nonché alla gestione dei flussi migratori e alle correlate problematiche inerenti alla sicurezza e all’ordine pubblico di uno Stato sovrano…. Va osservato – ricordano i giudici -. come l’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare… Le convenzioni, cui l’Italia ha aderito, costituiscono un limite alla potestà legislativa dell stato… assumendo rango gerarchico superiore rispetto alla disciplina interna”. E, in base agli art.10, 11 e 117 della Costituzione, “non possono costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’autorità politica”.
Salvini, nella sua qualità di ministro, per i giudici ha violato quelle convenzioni “non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili per l’Immigrazione – costituente articolazione del ministero dell’Interno – di esitare tempestivamente la richiesta di POS (place of safety) presentata formalmente da IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center) alle ore 22.30 del 17 agosto 2018, bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave “U.Diciotti” ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23.49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco. Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”.
“Attendismo per finalità politiche”, Tribunale non censura
I giudici chiamano “attendismo” il comportamento di Salvini e individuano anche le “finalità politiche” di non dare esito sin dal 17 agosto alla richiesta di un porto sicuro. “Dopo l’insediamento del nuovo governo, il senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di ministero dell’Interno, pur rimanendo inalterata la procedura amministrativa” per assegnare il Pos (Palce of safety) “ha ritenuto di dare seguito a un proprio convincimento politico, che aveva costituito uno dei cardini della campagna elettorale quale leader del partito della Lega, secondo cui i migranti giunti nel nostro territorio nazionale non sbarcherebbero in Italia bensì in Europa con la conseguenza che il correlato problema dell’accoglienza dovrebbe essere gestito a livello europeo, con una ripartizione degli Stati membri dell’Ue… Dunque l’unica vera ragione che ha indotto il ministro a non autorizzare tempestivamente lo sbarco è da rinvenire nella sua ‘decisione politica’ di attendere l’esito della riunione che si sarebbe tenuta” il 24 agosto al livello europeo per il caso. I giudici si sono chiesti se al responsabile del Viminale dovesse essere applicata la scriminante (articolo 51 cp) che contempla l’esercizio di un diritto o adempimento di un dovere. Ma la risposta è stata no, perché secondo i magistrati lo sbarco dei 177 non poteva costituire “un problema cogente di ordine pubblico per diverse ragioni”. 
“Strumentale e illegittimo utilizzo di una potestà amministrativa”
Secondo il Tribunale “le scelte politiche o i mutevoli indirizzi impartiti a livello ministeriale non possono ridurre la portata degli obblighi degli Stati” e ricordano come la Corte costituzionale abbia già evidenziato che la libertà personale è un che “non può subire attenuazioni”. I giudici distinguono tra atto politico, che è insindacabile, e atto amministrativo “adottato sulla scorta di valutazioni politiche” ed è in questo ultimo campo che inseriscono l’azione di Salvini. Per questo i giudici aggiungono che “va sgomberato il campo da un possibile equivoco e ribadito come questo Tribunale intenda censurare non già un “atto politico” dell’esecutivo “bensì lo strumentale ed illegittimo utilizzo di una potestà amministrativa di cui era titolare il dipartimento delle libertà civili per l’immigrazione che costituisce articolazione del ministero dell’Interno presieduto dal senatore Salvini, essendo stata l’intera vicenda – ragionano i giudici –  caratterizzata da un’evidente presa di posizione di quest’ultimo, che ha bloccato e influenzato l’iter della procedura amministrativa. Dietro l’attendismo che ha portato il ministro dell’Interno a non esitare tempestivamente la richiesta di Pos formulata in data 17 agosto da Mrcc Roma, non c’erano ragioni tecniche ostative allo sbarco bensì la volontà politica del senatore Salvini di portare all’attenzione dell’Ue il caso Diciotti per chiedere ai partner europei una comune assunzione di responsabilità del problema della gestione dei flussi migratori, sollecitando una redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia”.
Capo immigrazione: “Fu bloccata catena di comando”
Tra gli atti inviati a Palazzo Madama c’è anche il verbale il capo del Dipartimento delle libertà civili e immigrazione del Viminale, il prefetto Gerarda Pantalone, proprio in merito alla mancata assegnazione del Pos alla Diciotti. “Il ministro dell’Interno non ha ancora formalmente comunicato il Pos (il porto sicuro, ndr.) e quindi tutta la catena di comando, dal centro verso la periferia, rimane bloccata in attesa delle determinazioni di carattere politico del signor ministro dell’Interno”. Nelle 53 pagine di provvedimento i giudici affermano che il centro di coordinamento dei soccorsi di Roma (Imrcc) ha avanzato al Dipartimento tre diverse richieste di Pos, il 15, il 17 e il 24 agosto. E ci sono state “rettifiche sospette” da parte dei prefetti del Viminale ascoltati dai magistrati.
Per accertare la “rilevanza penale” delle tre richieste, aggiungono, va preliminarmente stabilito quale di queste debba essere considerata “tipica”, vale a dire “idonea a fondare in capo al Dipartimento l’obbligo normativo di provvedere tempestivamente”. Secondo i giudici la prima, quella del 15, deve essere ritenuta “atipica”, dunque priva dei presupposti normativi. Diverso il discorso su quella del 17 che gli stessi protagonisti hanno definito ‘formale’. La definisce così, ad esempio, la stessa Pantalone quando fa riferimento “all’ordine ricevuto dal prefetto Piantedosi, capo di gabinetto del ministro dell’Interno e costantemente in contatto” con Salvini. “Il 17 agosto, intorno alle 22.30, Mrcc ha avanzato una formale richiesta di Pos…è stata girata al prefetto Piantedosi il quale ribadì che non poteva indicare un Pos e che occorreva attendere”. Parole confermate dal vicario del Dipartimento, il prefetto Bruno Corda, che in quei giorni era in servizio. “Il 17 agosto è pervenuta al mio ufficio una vera richiesta di Pos”. Corda informa anche lui Piantedosi e anche a lui il capo di Gabinetto dice “di attendere disposizioni…”.
Prefetti rettificarono dichiarazioni su richiesta del porto sicuro
Entrambi i prefetti però, dicono i giudici, sentiti nuovamente dal Tribunale dei ministri di Palermo il 25 settembre “rettificano le precedenti dichiarazioni, qualificando la richiesta di Pos del 17 agosto come ‘anomala’”. Una circostanza “alquanto peculiare”. E aggiungono: “al di là della ‘sospetta’ rettifica delle precedenti dichiarazioni da parte dei prefetti Pantalone e Corda, è convincimento di questo tribunale…che la richiesta del Pos del 17 agosto presentasse tutti i requisiti che giustificassero una pronta risposta da parte del competente Dipartimento del ministero dell’Interno”.  Dunque, concludono i giudici, “l’omessa indicazione del Pos” dopo la richiesta delle 22.30 del 17 agosto “da parte del dipartimento per le libertà civili e immigrazione, dietro precise direttive del ministro dell’Interno, ha determinato…una situazione di costrizione a bordo delle persone soccorse fino alle prime ore del 26 agosto (quando veniva avviata la procedura di sbarco a seguito dell’indicazione del Ps rilasciata nella tarda serata del 25) con conseguente apprezzabile limitazione della libertà di movimento dei migranti, integrante l’elemento oggettivo del reato ipotizzato”. I giudici ritengono anche che vada “censurata la dichiarazione” del capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini resa al Tribunale dei ministri sulla vicenda della nave Diciotti. Secondo Piantedosi, che era stato indagato dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio per sequestro di persona, “nonostante la nave fosse ormeggiata al porto di Catania per numerosi giorni non avrebbe determinato alcuna violazione della convenzione SAR e dei susseguenti protocolli attuativi“.

7 commenti:

Alessandro Mazzucco ha detto...

Migranti, Bersani: "Non fare lo ius soli è stato il vero limite della sinistra"

"Il vero limite del centrosinistra è stato non aver fatto lo ius soli". Lo ha detto Pier Luigi Bersani a 'Circo Massimo', su Radio Capital. "Stiamo accumulando del rancore - , continua il deputato eletto con LeU -. "Cascuno di noi deve decidere: siamo dell'idea che non importa se una persona sia bianca o nera purché sia per bene, oppure non importa se uno rispetta le regole perché se è nero non lo voglio? Questa cosa qui si chiama razzismo, e sta avvenendo".

Alessandro Mazzucco ha detto...


Claudio Ceras, Il Foglio:

C’è un'ideologia dietro alla tempesta perfetta

Non fatevi fregare: l’Italia va verso il naufragio non per ciò che divide Salvini e Di Maio ma per ciò che li unisce.

Anonimo ha detto...

Il popolo di ex santi, ex poeti, ex navigatori, ora corrotti, esportatori di delinquenza organizzata ed evasori, torna a prendersela con le democrazie plutocratiche. Dimenticando che l’europa avrebbe già da tempo dovuto cacciarci a calci nel culo, gettandoci fuori a mo di zavorra. Probabilmente la lezione del secolo scorso non è bastata e allora avevamo la Germania dalla nostra. Invece di ripulire i nostri misfatti per essere presentabili, accusiamo chi ci sta attorno di tutti i nostri mali. Se con gli immigrati il gioco è semplice, con chi sta meglio di noi lo è decisamente meno. La storia non è maestra, qui sicuramente non lo è. Presto qualcuno ci ridurrà a più miti consigli, come negli anni 40 del 900. Con buona pace di quelli che commentano sbandierando la peggiore italianità.

Bernard Henri Levy ha detto...

DUE CLOWN, MARIONETTE DI PUTIN (BERNARD HENRI LEVY SU SALVINI E DIMAIO)

La cultura gallo-romana, Gregorio di Tours, Petrarca, Francesco I, Solferino, Stendhal e Moravia: duemila anni di amicizia franco-italiana calpestata da due clown @luigidimaio e @matteosalvini. Le marionette di Putin tirano giù le maschere. La Francia risponde in modo giusto

Alessandro Mazzucco ha detto...


Ci sono partiti, sempre di estrema destra, che campano identificando nemici verso i quali indirizzano l'odio degli adepti. La lega fino a ieri lo faceva verso gli italiani sotto il Po. In un attimo hanno cambiato obiettivo: gli italiani sono tutti belli e bravi (salvo i "sinistri") e da odiare sono gli stranieri tutti, inclusi gli italiani con sangue straniero (ricorda le discussioni sul sangue ebreo al tempo della difesa della razza). Ciò che non torna è che i pecoroni italiani gli vanno dietro a frotte. Inclusi quelli sotto il Po

Anonimo ha detto...

Il nostro Ministro dell'Interno, deve fare costantemente campagna elettorale e propaganda, cosa volete che ne sappia !



tant'è che stamattina si è premurato di specificare "Qui non ne sapevo un
accidente e non c'entravo un accidente."


Ma come? Con appena la metà dei voti di Di Maio è diventato prima vicepremier e Ministro degli Interni e poi, all’occorrenza: premier, Ministro degli Esteri, Ministro alle Finanze, Ministro alle Infrastrutture, Ministro dell’Istruzione, abbattitore di Ville dei Casamonica (anche se arrivava alla fine di un lungo processo giudiziario su cui non aveva alcun merito) e pure Ministro per lo Sviluppo Economico, indimenticabile quando scavalcò il ruolo istituzionale di Di Maio il quale trovò la cosa persino normale ( https://www.lastampa.it/201... ). Ha fatto di tutto, l'ho visto altresì travestirsi da poliziotto, da pompiere... E adesso per una volta che potrebbe rispondere su qualcosa di sua competenza non sa "un accidenti"!
4

Più che altro l'ultima volta che è stato in Corea del Nord ha detto che è un bel posto, dove c'è una comunità coesa che ha rispetto delle tradizioni e degli anziani:

https://www.corriere.it/cro...

Quindi immagino che se una ragazzina vuole tornare nella sua madrepatria il nostro "capitano" non abbia obiezioni a riguardo.

Anonimo ha detto...

ecco qui, da leggere.

il segretario della Lega Nord Matteo Salvini e il deputato di Forza Italia Antonio Razzi. Matteo Salvini ne parla infine sul Corriere della Sera, in un’intervista di Massimo Rebotti.

E cosa ha visto?
«Un Paese molto diverso dal nostro, un’opportunità gigantesca per i nostri imprenditori. Hanno bisogno di molte cose e l’embargo nei loro confronti è idiota. Pensi che ci avevano chiesto due navi da crociera e non gliele possiamo dare. È assurdo, non sono cannoni. L’embargo nei loro confronti andrebbe tolto, come alla Russia di Putin del resto».
Il programma nucleare è stato considerato una minaccia e la situazione dei diritti umani è disastrosa.
«Premesso che non cambierei la mia vita con quella che si conduce in Corea del Nord, la pena di morte c’è anche negli Stati Uniti. E per quanto riguarda la libertà di stampa, d’accordo, lì non fanno altro che parlare del “Grande Maresciallo” (il leader Kim Jong-un, ndr ), ma da noi non si cantano le lodi a Renzi tutti i santi giorni?».
Non è proprio la stessa cosa.
«Guardi, io non baratterei la mia libertà. Si tratta però di un altro modello che io non demonizzo: non indico come un inferno un sistema che non conosco. Lì lo Stato dà tutto: scuola, casa, lavoro. Insomma, al mondo non c’è solo lo stile di vita americano».
Quali altri «modelli» le interessano?
«La Cina, l’India. E la Russia: ci andrò in autunno. Sarò il portavoce delle imprese italiane che se ne sbattono delle sanzioni di Bruxelles e di Washington contro Putin. Nel nostro gruppo all’Europarlamento (guidato dalla leader del Front national Marine Le Pen, ndr ) lo diciamo spesso: bisogna guardare a Est».
E ha iniziato con la Corea del Nord?
«Sono contento di esserci andato, ho visto un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose che ormai in Italia non ci sono più».
Quanto è rimasto nel Paese?
«Cinque giorni. Internet e il telefonino non andavano, un’esperienza impagabile. Da sola valeva il viaggio. E poi, sia chiaro, ho pagato tutto io: cibo, alberghi, nessun costo per il contribuente».
E il senatore Razzi? Già altre volte aveva lodato il regime suscitando polemiche.
«Persona spumeggiante, piena di iniziativa. In Corea è un’autorità».
Ma, in concreto, cosa siete andati a fare?
«Nella nostra delegazione c’erano imprenditori nei settori del turismo, dell’agricoltura, dell’edilizia: lì si possono fare affari, hanno bisogno di trattori, di motorini».