Un appello affinché Mimmo Lucano, sindaco di Riace
(Calabria/Italia) sia liberato immediatamente
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io non ho una Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.”
Accusato di “favoreggiamento verso l’immigrazione clandestina” il sindaco di Riace è agli arresti domiciliari dal 2 ottobre. Si tratta di un arresto per rappresaglia in seguito all’azione coraggiosa di Mimmo Lucano, soprannominato “il sindaco dell’accoglienza” che aveva indetto uno sciopero della fame come protesta contro la politica migratoria disumana del governo italiano. La sua colpa è quella di avere creato nel suo comune di provincia un sistema di accoglienza che funziona. È riuscito a dare sia ad uomini che donne in fuga dalla guerra e dalla miseria condizioni di vita e di lavoro più dignitose, e allo stesso modo anche alla popolazione del luogo. Grazie alla creazione di posti di lavoro (mediatori-mediatrici culturali, insegnanti ecc.) e di nuove formazioni (laboratori artigianali, fattorie pedagogiche) anche i cittadini del luogo sono favoriti da uno stile di vita migliore. Un successo in un territorio dove la mafia e la disoccupazione sono presenti. È questo esempio coraggioso che il governo italiano intende punire. Mimmo Lucano ha dimostrato chiaramente che l’accoglienza dei migranti può andare a pari passo con il dialogo e il benessere dell’intera comunità. È per questo motivo che si ritrova da diversi anni sulla lista nera di ogni partito e movimento che invece specula sulla paura dell’altro e sulla repressione dei migranti con lo scopo di raccogliere più voti.
L’Italia attraversa un momento triste e di una certa gravità: le dichiarazioni scandalose che emettono con regolarità i principali partiti del governo, la Lega e il suo vicepresidente del Consiglio dei Ministri, cancellano i tabù liberando invece i veleni i più terribili: il razzismo e l’odio. Nel Sud dell’Italia, lo sfruttamento vergognoso dei migranti favorisce un numero ridotto di proprietari terrieri, veri schiavisti, quasi tutti di nazionalità italiana. Mimmo Lucano si oppone a questa gente offrendo ai migranti condizioni di vita rispettabili e un lavoro dignitoso. Li protegge da diverse tragedie come quelle vissute quest’estate per le strade mentre i braccianti migranti tornavano dai campi fronteggiandosi con la morte. Gli atti di Mimmo Lucano non sono atti criminali, come pretende lo Stato, ma veri atti di solidarietà.
Di fronte all’offensiva scatenata dal ministro dell’interno Matteo Salvini contro i migranti, insieme ai più poveri e al resto della popolazione che lo sostiene, anche noi vogliamo denunciare quest’arresto esprimendo pubblicamente la nostra totale solidarietà con chi, come Mimmo Lucano, lotta o sta per farlo.Diamo il nostro completo sostegno a Mimmo Lucano, alla sua famiglia e alla popolazione del suo comune, opponendoci all’accanimento di un governo che difende l’odio, che fa della paura il suo simbolo politico.
Perché noi riconosciamo i valori dei diritti umani.
Perché noi difendiamo uno Stato di diritto, fondato sull’indipendenza della giustizia.
Perché noi vogliamo più solidarietà, democrazia, uguaglianza e giustizia sociale.
Perché siamo dal lato di tutti coloro che difendono l’universalità dei diritti sociali e civili.
Perché siamo solidali con quelli che sono messi in fuga da guerre, miseria e catastrofi naturali.
Siamo con Mimmo Lucano e chiediamo che sia liberato immediatamente.
Per firmare spedite una mail a freelucano@gmail.com
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io non ho una Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.”
Accusato di “favoreggiamento verso l’immigrazione clandestina” il sindaco di Riace è agli arresti domiciliari dal 2 ottobre. Si tratta di un arresto per rappresaglia in seguito all’azione coraggiosa di Mimmo Lucano, soprannominato “il sindaco dell’accoglienza” che aveva indetto uno sciopero della fame come protesta contro la politica migratoria disumana del governo italiano. La sua colpa è quella di avere creato nel suo comune di provincia un sistema di accoglienza che funziona. È riuscito a dare sia ad uomini che donne in fuga dalla guerra e dalla miseria condizioni di vita e di lavoro più dignitose, e allo stesso modo anche alla popolazione del luogo. Grazie alla creazione di posti di lavoro (mediatori-mediatrici culturali, insegnanti ecc.) e di nuove formazioni (laboratori artigianali, fattorie pedagogiche) anche i cittadini del luogo sono favoriti da uno stile di vita migliore. Un successo in un territorio dove la mafia e la disoccupazione sono presenti. È questo esempio coraggioso che il governo italiano intende punire. Mimmo Lucano ha dimostrato chiaramente che l’accoglienza dei migranti può andare a pari passo con il dialogo e il benessere dell’intera comunità. È per questo motivo che si ritrova da diversi anni sulla lista nera di ogni partito e movimento che invece specula sulla paura dell’altro e sulla repressione dei migranti con lo scopo di raccogliere più voti.
L’Italia attraversa un momento triste e di una certa gravità: le dichiarazioni scandalose che emettono con regolarità i principali partiti del governo, la Lega e il suo vicepresidente del Consiglio dei Ministri, cancellano i tabù liberando invece i veleni i più terribili: il razzismo e l’odio. Nel Sud dell’Italia, lo sfruttamento vergognoso dei migranti favorisce un numero ridotto di proprietari terrieri, veri schiavisti, quasi tutti di nazionalità italiana. Mimmo Lucano si oppone a questa gente offrendo ai migranti condizioni di vita rispettabili e un lavoro dignitoso. Li protegge da diverse tragedie come quelle vissute quest’estate per le strade mentre i braccianti migranti tornavano dai campi fronteggiandosi con la morte. Gli atti di Mimmo Lucano non sono atti criminali, come pretende lo Stato, ma veri atti di solidarietà.
Di fronte all’offensiva scatenata dal ministro dell’interno Matteo Salvini contro i migranti, insieme ai più poveri e al resto della popolazione che lo sostiene, anche noi vogliamo denunciare quest’arresto esprimendo pubblicamente la nostra totale solidarietà con chi, come Mimmo Lucano, lotta o sta per farlo.Diamo il nostro completo sostegno a Mimmo Lucano, alla sua famiglia e alla popolazione del suo comune, opponendoci all’accanimento di un governo che difende l’odio, che fa della paura il suo simbolo politico.
Perché noi riconosciamo i valori dei diritti umani.
Perché noi difendiamo uno Stato di diritto, fondato sull’indipendenza della giustizia.
Perché noi vogliamo più solidarietà, democrazia, uguaglianza e giustizia sociale.
Perché siamo dal lato di tutti coloro che difendono l’universalità dei diritti sociali e civili.
Perché siamo solidali con quelli che sono messi in fuga da guerre, miseria e catastrofi naturali.
Siamo con Mimmo Lucano e chiediamo che sia liberato immediatamente.
Per firmare spedite una mail a freelucano@gmail.com
I luoghi comuni da evitare
sull'arresto del sindaco di Riace
Lucano si è
mosso a metà tra rigore umanitario e astuzia mediterranea. E' la procura di
Locri ad aver agito con una logica da “campagna di annientamento”
3 Ottobre
2018
Sulla vicenda del
sindaco di Riace si corre il rischio, sempre in agguato, di non cogliere
gli aspetti centrali della questione per soffermarsi in dibattiti sui massimi
princìpi, essere presi da eccessi enfatici o peggio ancora cedere alla banalità
del luogo comune. Ad esempio, è sicuramente interessante approfondire la
differenza fra la disobbedienza civile propriamente detta e l’aggiramento di una
legge ritenuta ingiusta. Il discrimine sta nei comportamenti: il disobbediente
civile invoca, quasi pretende, la messa sotto accusa per arrivare a un processo
che possa costituire la possibile base legale di una modifica o
dell’abrogazione della legge iniqua; l’aggiratore, diciamo così, vanifica per
quanto può gli effetti della legge, ottenendo risultati sostanziali se pure
limitati, e vuole evitare che questi siano vanificati da un intervento
giudiziario che certo non sarà lui a sollecitare.
Il sindaco Domenico Lucano si è mosso con rigore
umanitario e astuzia mediterranea a metà fra i due comportamenti citati. Ma non
è il punto centrale della faccenda. La procura di Locri ha agito con una logica
da “campagna di annientamento”, chiedendo gli arresti per 15 persone – il gip
ne ha respinti 14 – e ipotizzando una sorta di remake di “mafia capitale”
imputando l’affidamento della raccolta rifiuti a una cooperativa di
extracomunitari, col rischio di suscitare qualche amara ironia vista la
situazione dei comuni della locride in materia. Il senso dell’operazione dà
sicuramente l’impressione di derivare dal clima politico prevalente ma non vuol
dire che ci si stato un input politico. I regimi nascono quando gli ordini non è più necessario
darli. E’ questo il punto centrale.
3 commenti:
La truce simbologia del caso Riace
Il modello Matteotti nell’epoca del governo farlocco. Più ancora delle motivazioni dell’arresto del “sindaco dell’accoglienza” Mimmo Lucano (che paiono deboli pure alla procura) spaventano le rivendicazioni politiche e “morali”. Contro indagine
Maurizio Crippa
di Maurizio Crippa
“L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa; gliela daremo con l’amore, se è possibile, o con la forza se sarà necessario”. Bella, no? Piena di patriottismo. E adatta ai tempi. Tempi in cui quel che il popolo vuole bisogna farglielo avere con la forza, perché la democrazia delle regole non funziona più. Non sarebbe necessario ricordare – ma vista la qualità del dibattito politico attuale forse è meglio di sì – che è un...
https://www.ilfoglio.it/cronache/2018/10/03/news/la-truce-simbologia-del-caso-riace-216781/
Quale legge giustifica l'arresto del sindaco di Riace?
Nel merito delle accuse si dovrà pronunciare una corte di giustizia. Quello che invece non si capisce è perché Domenico Lucano è stato sottoposto a una misura cautelare preventiva
Il Foglio
La vicenda di Domenico Lucano, il sindaco di Riace finito agli arresti domiciliari per aver favorito l’immigrazione clandestina, è di quelle destinate a dividere gli animi. Per alcuni è un eroe che ha preposto le esigenze umanitarie alle considerazioni burocratiche, per altri un trafficante che ha cercato di ottenere indebitamente sovvenzioni per il suo comune. Per la verità le accuse formulate dalla procura di Locri erano assai più pesanti, associazione per delinquere, truffa aggravata, falso, concorso in corruzione, malversazione e abuso d’ufficio, ma il giudice delle indagini preliminari non le ha accettate, criticando anzi con decisione le caratteristiche confuse e l’assenza di prove “estrinseche”, cioè non riconducibili all’accusatore, che sarebbe, sempre secondo il gip, “tutt’altro che attendibile”. I reati che sono stati presi in considerazione sono le irregolarità nell’affidamento della raccolta dei rifiuti e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Naturalmente è su questo reato che si accende la polemica: il sindaco insieme a sua moglie avrebbe favorito matrimoni di comodo per aggirare la negazione del diritto d’asilo.
Indipendentemente da quel che si pensa, nel merito si deve pronunciare una corte di giustizia in un dibattimento in cui le ragioni della difesa e dell’accusa si possono confrontare. Quello che invece non si capisce è la ragione per cui il sindaco è stato sottoposto a una misura cautelare preventiva. Non esiste pericolo di fuga, la reiterazione del reato è resa impossibile dalla esistenza stessa dell’inchiesta, la manomissione delle prove, che consistono in atti pubblici, è un’ipotesi assolutamente irrealistica. Il gip Domenico di Croce, che ha esaminato con acutezza e spirito critico le accuse, ha però accettato di emettere un ordine di restrizione della libertà personale preventivo per il quale non esistono i presupposti giuridici. Qualcuno può pensare che non poteva, dopo aver criticato così pesantemente l’impianto accusatorio, privare la procura anche della “soddisfazione” dell’arresto dell’indagato. Ma non è con questi criteri “mercantili” che si amministra la giustizia in uno Stato di diritto.
https://www.ilfoglio.it/cronache/2018/10/02/news/quale-legge-giustifica-l-arresto-del-sindaco-di-riace-216756/
Dl Sicurezza, Lucano: “Un cristiano non può votare per Salvini”
Alfonso Raimo
dicembre 3, 2018
"Non posso credere che essere vicini al Vangelo significa essere disumani rispetto alle persone”, dice il sindaco di Riace.
ROMA – Lega e Chiesa. Il ministro dell’interno Salvini, a Non è l’arena, ha rivelato di ricevere attestati di stima dal mondo ecclesiastico, sia dai parroci che dai cardinali. E ha difeso il decreto sicurezza dicendo “anche secondo il Vangelo accogliere è un dovere ma nei limiti del possibile”. A Circo Massimo, su Radio Capital, gli risponde Mimmo Lucano: “Il cristianesimo è amore, non odio razziale”, dice il sindaco di Riace, “Come può un cristiano votare per Salvini? Non posso credere che essere vicini al Vangelo significa essere disumani rispetto alle persone”. Lucano si riferisce in particolare al decreto sicurezza: “È disumano, sta generando degli orrori”.
“Ieri”, ricorda Lucano, “è morto bruciato vivo un ragazzo di 18 anni. Questo clima di odio, questa società della barbarie, ci stanno portando a non avere nemmeno la sensibilità di comprendere quello che ci circonda. Rimaniamo indifferenti, come se ci fosse una forma di assuefazione a una logica che ormai pensiamo sia unica. Ci impediscono di provare quell’impulso di umanità che è normale. Una condizione della società che io non ho mai vissuto prima”.
Condizione che non dipende soltanto dalla Lega ma, per il sindaco, anche dagli alleati di governo: “I 5 stelle sono complici di questi orrori, di un governo profondamente fascista che discrimina gli esseri umani e se la prende con le categorie sociali più deboli. Sono succubi sin dal primo giorno di una logica perversa. Parlano di cambiamento, ma non è vero”. Una forma di fascismo che, insiste Lucano, “è forse più pericolosa rispetto al passato, perché c’è un’aggressione diretta, e il senso di discriminazione che colpisce le persone più deboli ci riporta indietro negli anni. Questo pensare di essere autoritari a ogni costo, perché la maggioranza ha deciso così, è una condizione incredibile della politica”.
Vittorio Sgarbi, da sindaco di Sutri, aveva invitato Lucano nel paese del viterbese per conferirgli la cittadinanza onoraria: dopo un rinvio per problemi di salute, il sindaco di Riace si dice pronto a rimediare alla sua assenza: “Andrò a Sutri il 16 dicembre”.
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