“La sorella di Cucchi mi fa schifo, si
dovrebbe vergognare per quanto mi riguarda. Difficile pensare che ci siano
stati carabinieri che pestarono quello lì per il gusto di pestare.” Di questa dichiarazione
del ministro degli Interni oggi resta in piedi un solo assunto: che per lui sia
difficile pensare è più che credibile, dimostrato. Anche da quella frase che,
come oggi sappiamo, viene demolita dalle parole che un carabiniere ha rivolto ai
magistrati, dopo averci pensato superando una difficoltà di qualità diversa
da quella che ha spinto il ministro a una
dichiarazione violenta e ignobile. Il carabiniere, raccontando
lo svolgimento dei fatti, restituisce, sia pure tardivamente, l’onore a se
stesso e all’arma cui appartiene. Il ministro resta inchiodato alla vergogna
delle sue parole che tra l’altro svelano il suo modo di “pensare”. “Quello lì”
potrà almeno avere finalmente giustizia, sia pure da morto. Per i vivi sarebbe
di consolazione vedere al Viminale un ministro meno indegno.
rancamente, attribuire strategie politiche di questa complessità a matteo "ruspa" salvini è come attribuire la scomparsa dei dinosauri al vizio del fumo.
- Avatar Michele Alessandro Bottoni • un giorno fa
se fosse Salvini a decidere la strategia
avresti ragione
ma qui c'è minimo minimo Bannon e Dugin a decidere la strategia e a giudicare le preferenze accordate alla Lega e al M5S
direi che è una strategia vincente
vincente per Salvini e M5S ovviamente un po' meno vincente per noi
comunque consolati, dimagrire fa bene alla salute e noi dimagriremo oooooohhh yessssss
ti ton tele luno • un giorno fa
Concordo. Una cosa chiederei a Salvini se fossi un giornalista: una volta che ci sono i sovranisti in tutta Europa, una volta che seguiamo Bannon e disgreghiamo la UE cosa facciamo? Quale sarà il nostro futuro? Forse sarebbero in tanti ad avere il diritto di sapere. Anche tra molti suoi elettori.
Avatar Michele ti ton tele • un giorno fa
semplice ogni Sovranista dirà "prima i miei compatrioti" e questo vuol dire che ogni altra nazione che non sia la sua verrà dopo
hai presente quando ognuno vuole dominare gli altri ?
ecco, una cosa così e quindi l'UE si sfascia, l'Euro crolla, ogni Sovranista sarà Re a casa sua ma fuori di casa non conterà più nulla perché dovrà affrontare gli interessi di Russia, USA, Cina e India da solo e faremo molto noi 60 milioni contro 1.500 milioni di Cina
quindi faremo la fame
è ovvio e sarebbe falso dire il contrario
ma in compenso tra di noi (per esempio) italiani ci saranno un po' di miliardari in più.. prova a dire chi.... :-))
Avatar Giovanni Canesi Michele • un giorno fa
Beh, di miliardari in Lire ce ne saranno parecchi. Che quei miliardi valgano meno di 500 euro attuali, è un altro problema.
Avatar lusc sbar Michele • un giorno fa
Ma loro dicono il falso, e funziona a quanto pare.
Avatar Giovanni Canesi ti ton tele • un giorno fa
Due opzioni, o un Eden cui tutti vivono in pace ed armonia, ognuno pensando a sè prima che agli altri, ma tutti nondimeno felici, più ricchi, e soprattutto senza neg.ri, oppure un dominio dell'Italia sugli altri paesi grazie alle Italiche virtù (Italia uber alles). Non penso possa esistere una terza ipotesi.
semplice ogni Sovranista dirà "prima i miei compatrioti" e questo vuol dire che ogni altra nazione che non sia la sua verrà dopo
hai presente quando ognuno vuole dominare gli altri ?
ecco, una cosa così e quindi l'UE si sfascia, l'Euro crolla, ogni Sovranista sarà Re a casa sua ma fuori di casa non conterà più nulla perché dovrà affrontare gli interessi di Russia, USA, Cina e India da solo e faremo molto noi 60 milioni contro 1.500 milioni di Cina
quindi faremo la fame
è ovvio e sarebbe falso dire il contrario
ma in compenso tra di noi (per esempio) italiani ci saranno un po' di miliardari in più.. prova a dire chi.... :-))
il manifesto 24.10.18 Sgombero rinviato, la finanza grazia Casapound Esquilino. I militanti dell'estrema destra negano di aver pronunciato la frase «Se entrate sarà un bagno di sangue» Il palazzo occupato da Casapound in via Napoleone III, a Roma di Mira Ceccarelli
«Se entrate sarà un bagno di sangue», sono le parole attribuite ai militanti di CasaPound dai cronisti di diversi giornali presenti al blitz della guardia di finanza. I fatti sarebbero avvenuti lunedì pomeriggio a Roma, quando il colonnello Pietro Sorbello ha bussato alle porte dello stabile occupato in via Napoleone III, zona Esquilino. Il colonnello era solo intenzionato a eseguire il mandato della procura regionale della Corte dei Conti, per quantificare il danno erariale dovuto al mancato versamento di canoni d’affitto dal giorno dell’occupazione, ben 15 anni fa. L’inchiesta della Corte parlerebbe di ben 4 milioni di euro. Le gravi minacce riportate dai giornali sono state poi smentite da Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound, davanti a tutti i media nel corso della giornata di ieri. Sempre Di Stefano, interpellato sulla possibilità di uno sgombero, dichiara: «Lo sgombero è un’opzione che non prendiamo neanche in considerazione». Eppure la possibilità c’è, come per tutti gli stabili occupati nella Capitale. Il responsabile romano racconta che all’interno del palazzo ci sono 18 famiglie italiane: chi sono? «Ci sono persone legate al movimento, e altre che non lo sono. Tutti avevano una grave emergenza a livello abitativo». Di Stefano però non ha la certezza di questa emergenza, perché non sono stati richiesti documenti a quegli occupanti che, dice, non sarebbero legati a CasaPound. «Non abbiamo la certezza al 100%: diciamo che se uno ha tre case in Nicaragua non è che faccio un accertamento patrimoniale». Interpellato sulle parole violente attribuite a CasaPound, Di Stefano nega. Stessa linea negazionista sulle condanne per reati di violenza: «Noi non facciamo aggressioni. Non c’è questa opzione». Eppure, la realtà non è proprio così. Un esempio: l’11 febbraio 2017 un ragazzo, Paolo E., è stato aggredito a pugni e cinghiate da un gruppo di militanti di CasaPound a Vignanello, in provincia di Viterbo, a causa di un semplice post su Facebook. Otto mesi dopo i militanti di casapound sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi (pena ridotta grazie al ricorso al rito abbreviato). Tra i condannati spicca il nome di Jacopo Polidori, che nonostante la condanna, il 16 giugno 2018 parlava pubblicamente al congresso nazionale del partito a Roma. «Non siamo il Movimento Cinque Stelle», ha dichiarato sul tema Davide Di Stefano. Il palazzo a via Napoleone III è stato occupato il 27 dicembre 2003. Sei piani, vista mozzafiato. «Il valore sul mercato degli affitti ammonterebbe a circa 25 mila euro al mese – compresi gli spazi per le iniziative politiche – 300 mila all’anno, più di 4 milioni nei 14 anni di occupazione abusiva», dichiarava un agente immobiliare a L’Espresso il primo marzo di quest’anno. I dati sembrano accurati, perché anche la Corte dei Conti, nell’ambito della sua inchiesta, parlerebbe proprio di 4 milioni di euro. Il palazzo occupato da CasaPound ha visto in questi quindici anni sorti ben più rosee di molte altre occupazioni; è noto che nel 2010, ai tempi di Alemanno, via Napoleone III è stata esclusa dalla mappatura degli edifici occupati abusivamente stilata ad opera della Commissione sicurezza di Roma Capitale. Sembra che neanche il pugno duro di Salvini tocchi questi occupanti: il tutto, lunedì, si è risolto con un nulla di fatto. La sindaca Raggi si smarca, via Twitter: «Da sempre contro l’occupazione illegale di #Casapound» e dal Campidoglio si fa notare: «Non spetta a Roma Capitale scegliere quali sgomberi effettuare».
Il Fatto 24.10.18 CasaPound, gli unici neri che Salvini non sgombera di Antonio Padellaro
Leggiamo, con qualche ansia, sul Corriere della Sera, la seguente frase: “Se entrate sarà un bagno di sangue”. Lo avrebbe detto, lunedì pomeriggio, a Roma, un esponente di CasaPound, “quando la Finanza ha bussato al portone di via Napoleone III, in zona Esquilino, nel bellissimo palazzo del ministero dell’Istruzione, che da anni ospita abusivamente famiglie e leader del movimento di estrema destra che ci vivono senza versare alcun canone d’affitto”. Quando abbiamo appreso che la GdF (guidata da un colonnello) “che chiedeva solo di potere eseguire il mandato della Procura regionale della Corte dei Conti”, per ispezionare l’edificio e “quantificare lo spreco di questi anni”, ha ritenuto di fare dietrofront, il pensiero di questo diario è corso, senza indugio, alla figura del valoroso ministro degli Interni, Matteo Salvini. Un uomo che non deve chiedere mai, come hanno imparato sulla loro pelle (nera) i naufraghi della nave ong Aquarius, a cui fu interdetto l’ingresso nei porti italiani, nel nome di un’apposita disposizione creata sul momento. E che permise loro una gradevole crociera, sotto il sole del Mediterraneo, accolti infine in un sinistrorso approdo spagnolo. Parliamo del ministro tutto d’un pezzo che impedì a un gruppo di pericolosi africani (subdolamente mescolati a donne e bambini) di sbarcare nell’italianissima Catania dal pattugliatore della Marina militare tricolore, “Diciotti”, malgrado le minacciose interferenze della magistratura rossa. Sì, lo stesso vigile guardiano della legge uguale per tutti che salutò l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, con un tweet quanto mai arguto e beffardo (“Accidenti, chissà cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati”, ah ah). Alla luce di queste ardimentose azioni, attendiamo con partecipe attesa che il ministro, con apposito messaggio alla nazione, ingiunga ai militanti di CasaPound (neri anch’essi) di lasciare il passo ai rappresentanti dello Stato in divisa, nell’esercizio delle loro funzioni. Vero è che coloro che si definiscono “fascisti del Terzo millennio” non scherzano affatto, addestrati quasi militarmente a difendere ciò che considerano loro (insomma questi menano). Anche se puta caso di proprietà di un ministero, quello dell’Istruzione e dell’Università, il cui poco marziale titolare siede nel governo accanto all’impavida sentinella del Viminale. Vero è che, ancorché pubblico, l’edificio (sei piani per 60 vani) ospita da 15 anni, “diverse famiglie alcune imparentate con i vertici del movimento”, e che dunque il sacrosanto diritto a un tetto non si nega a nessuno. Vero è che, nella Capitale, in altra occasione si è provveduto allo sgombero, con massiccio spiegamento di forze dell’ordine e modi piuttosto spicci: però quel palazzo in via Curtatone era occupato da eritrei, e non aggiungiamo altro. Vero è che i camerati di CasaPound hanno sempre guardato con simpatia la Lega di Salvini, offrendo perfino un sostegno alle ultime elezioni. Insomma, mandare la polizia a casa di personcine sempre così disponibili non sarebbe affatto cortese. Vero è, infine, che oltre al palazzo dell’Esquilino vi sono, nell’elenco della questura di Roma altri 92 immobili occupati abusivamente. Il che, onde evitare il “bagno di sangue”, potrebbe suggerire all’invitto Capitano del Carroccio di posporre la pratica di via Napolenone III. Per esempio, sotto le altre 91, sicuramente più urgenti. Del resto, ben altre emergenze premono sul ministro, costretto com’è a controllare, senza sosta alcuna, che le sacre sponde non vengano violate da certi pericolosi irregolari di pelle scura (e bene in carne) che ne sanno una più del diavolo . Eh sì, la pacchia è finita. Lui tira dritto.
4 commenti:
rancamente, attribuire strategie politiche di questa complessità a matteo "ruspa" salvini è come attribuire la scomparsa dei dinosauri al vizio del fumo.
-
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Michele Alessandro Bottoni • un giorno fa
se fosse Salvini a decidere la strategia
avresti ragione
ma qui c'è minimo minimo Bannon e Dugin a decidere la strategia
e
a giudicare le preferenze accordate alla Lega e al M5S
direi che è una strategia vincente
vincente per Salvini e M5S ovviamente
un po' meno vincente per noi
comunque consolati, dimagrire fa bene alla salute
e noi dimagriremo oooooohhh yessssss
ti ton tele luno • un giorno fa
Concordo. Una cosa chiederei a Salvini se fossi un giornalista: una volta che ci sono i sovranisti in tutta Europa, una volta che seguiamo Bannon e disgreghiamo la UE cosa facciamo? Quale sarà il nostro futuro? Forse sarebbero in tanti ad avere il diritto di sapere. Anche tra molti suoi elettori.
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Michele ti ton tele • un giorno fa
semplice
ogni Sovranista dirà "prima i miei compatrioti" e questo vuol dire che ogni altra nazione che non sia la sua verrà dopo
hai presente quando ognuno vuole dominare gli altri ?
ecco, una cosa così e quindi l'UE si sfascia, l'Euro crolla, ogni Sovranista sarà Re a casa sua ma fuori di casa non conterà più nulla perché dovrà affrontare gli interessi di Russia, USA, Cina e India da solo e faremo molto noi 60 milioni contro 1.500 milioni di Cina
quindi faremo la fame
è ovvio e sarebbe falso dire il contrario
ma in compenso tra di noi (per esempio) italiani ci saranno un po' di miliardari in più.. prova a dire chi.... :-))
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Giovanni Canesi Michele • un giorno fa
Beh, di miliardari in Lire ce ne saranno parecchi. Che quei miliardi valgano meno di 500 euro attuali, è un altro problema.
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lusc sbar Michele • un giorno fa
Ma loro dicono il falso, e funziona a quanto pare.
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Giovanni Canesi ti ton tele • un giorno fa
Due opzioni, o un Eden cui tutti vivono in pace ed armonia, ognuno pensando a sè prima che agli altri, ma tutti nondimeno felici, più ricchi, e soprattutto senza neg.ri, oppure un dominio dell'Italia sugli altri paesi grazie alle Italiche virtù (Italia uber alles). Non penso possa esistere una terza ipotesi.
semplice
ogni Sovranista dirà "prima i miei compatrioti" e questo vuol dire che ogni altra nazione che non sia la sua verrà dopo
hai presente quando ognuno vuole dominare gli altri ?
ecco, una cosa così e quindi l'UE si sfascia, l'Euro crolla, ogni Sovranista sarà Re a casa sua ma fuori di casa non conterà più nulla perché dovrà affrontare gli interessi di Russia, USA, Cina e India da solo e faremo molto noi 60 milioni contro 1.500 milioni di Cina
quindi faremo la fame
è ovvio e sarebbe falso dire il contrario
ma in compenso tra di noi (per esempio) italiani ci saranno un po' di miliardari in più.. prova a dire chi.... :-))
il manifesto 24.10.18
Sgombero rinviato, la finanza grazia Casapound
Esquilino. I militanti dell'estrema destra negano di aver pronunciato la frase «Se entrate sarà un bagno di sangue»
Il palazzo occupato da Casapound in via Napoleone III, a Roma
di Mira Ceccarelli
«Se entrate sarà un bagno di sangue», sono le parole attribuite ai militanti di CasaPound dai cronisti di diversi giornali presenti al blitz della guardia di finanza. I fatti sarebbero avvenuti lunedì pomeriggio a Roma, quando il colonnello Pietro Sorbello ha bussato alle porte dello stabile occupato in via Napoleone III, zona Esquilino. Il colonnello era solo intenzionato a eseguire il mandato della procura regionale della Corte dei Conti, per quantificare il danno erariale dovuto al mancato versamento di canoni d’affitto dal giorno dell’occupazione, ben 15 anni fa. L’inchiesta della Corte parlerebbe di ben 4 milioni di euro.
Le gravi minacce riportate dai giornali sono state poi smentite da Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound, davanti a tutti i media nel corso della giornata di ieri. Sempre Di Stefano, interpellato sulla possibilità di uno sgombero, dichiara: «Lo sgombero è un’opzione che non prendiamo neanche in considerazione». Eppure la possibilità c’è, come per tutti gli stabili occupati nella Capitale.
Il responsabile romano racconta che all’interno del palazzo ci sono 18 famiglie italiane: chi sono? «Ci sono persone legate al movimento, e altre che non lo sono. Tutti avevano una grave emergenza a livello abitativo». Di Stefano però non ha la certezza di questa emergenza, perché non sono stati richiesti documenti a quegli occupanti che, dice, non sarebbero legati a CasaPound. «Non abbiamo la certezza al 100%: diciamo che se uno ha tre case in Nicaragua non è che faccio un accertamento patrimoniale».
Interpellato sulle parole violente attribuite a CasaPound, Di Stefano nega. Stessa linea negazionista sulle condanne per reati di violenza: «Noi non facciamo aggressioni. Non c’è questa opzione». Eppure, la realtà non è proprio così. Un esempio: l’11 febbraio 2017 un ragazzo, Paolo E., è stato aggredito a pugni e cinghiate da un gruppo di militanti di CasaPound a Vignanello, in provincia di Viterbo, a causa di un semplice post su Facebook. Otto mesi dopo i militanti di casapound sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi (pena ridotta grazie al ricorso al rito abbreviato). Tra i condannati spicca il nome di Jacopo Polidori, che nonostante la condanna, il 16 giugno 2018 parlava pubblicamente al congresso nazionale del partito a Roma. «Non siamo il Movimento Cinque Stelle», ha dichiarato sul tema Davide Di Stefano.
Il palazzo a via Napoleone III è stato occupato il 27 dicembre 2003. Sei piani, vista mozzafiato. «Il valore sul mercato degli affitti ammonterebbe a circa 25 mila euro al mese – compresi gli spazi per le iniziative politiche – 300 mila all’anno, più di 4 milioni nei 14 anni di occupazione abusiva», dichiarava un agente immobiliare a L’Espresso il primo marzo di quest’anno.
I dati sembrano accurati, perché anche la Corte dei Conti, nell’ambito della sua inchiesta, parlerebbe proprio di 4 milioni di euro. Il palazzo occupato da CasaPound ha visto in questi quindici anni sorti ben più rosee di molte altre occupazioni; è noto che nel 2010, ai tempi di Alemanno, via Napoleone III è stata esclusa dalla mappatura degli edifici occupati abusivamente stilata ad opera della Commissione sicurezza di Roma Capitale. Sembra che neanche il pugno duro di Salvini tocchi questi occupanti: il tutto, lunedì, si è risolto con un nulla di fatto.
La sindaca Raggi si smarca, via Twitter: «Da sempre contro l’occupazione illegale di #Casapound» e dal Campidoglio si fa notare: «Non spetta a Roma Capitale scegliere quali sgomberi effettuare».
Il Fatto 24.10.18
CasaPound, gli unici neri che Salvini non sgombera
di Antonio Padellaro
Leggiamo, con qualche ansia, sul Corriere della Sera, la seguente frase: “Se entrate sarà un bagno di sangue”. Lo avrebbe detto, lunedì pomeriggio, a Roma, un esponente di CasaPound, “quando la Finanza ha bussato al portone di via Napoleone III, in zona Esquilino, nel bellissimo palazzo del ministero dell’Istruzione, che da anni ospita abusivamente famiglie e leader del movimento di estrema destra che ci vivono senza versare alcun canone d’affitto”.
Quando abbiamo appreso che la GdF (guidata da un colonnello) “che chiedeva solo di potere eseguire il mandato della Procura regionale della Corte dei Conti”, per ispezionare l’edificio e “quantificare lo spreco di questi anni”, ha ritenuto di fare dietrofront, il pensiero di questo diario è corso, senza indugio, alla figura del valoroso ministro degli Interni, Matteo Salvini. Un uomo che non deve chiedere mai, come hanno imparato sulla loro pelle (nera) i naufraghi della nave ong Aquarius, a cui fu interdetto l’ingresso nei porti italiani, nel nome di un’apposita disposizione creata sul momento. E che permise loro una gradevole crociera, sotto il sole del Mediterraneo, accolti infine in un sinistrorso approdo spagnolo. Parliamo del ministro tutto d’un pezzo che impedì a un gruppo di pericolosi africani (subdolamente mescolati a donne e bambini) di sbarcare nell’italianissima Catania dal pattugliatore della Marina militare tricolore, “Diciotti”, malgrado le minacciose interferenze della magistratura rossa. Sì, lo stesso vigile guardiano della legge uguale per tutti che salutò l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, con un tweet quanto mai arguto e beffardo (“Accidenti, chissà cosa diranno Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati”, ah ah). Alla luce di queste ardimentose azioni, attendiamo con partecipe attesa che il ministro, con apposito messaggio alla nazione, ingiunga ai militanti di CasaPound (neri anch’essi) di lasciare il passo ai rappresentanti dello Stato in divisa, nell’esercizio delle loro funzioni. Vero è che coloro che si definiscono “fascisti del Terzo millennio” non scherzano affatto, addestrati quasi militarmente a difendere ciò che considerano loro (insomma questi menano). Anche se puta caso di proprietà di un ministero, quello dell’Istruzione e dell’Università, il cui poco marziale titolare siede nel governo accanto all’impavida sentinella del Viminale. Vero è che, ancorché pubblico, l’edificio (sei piani per 60 vani) ospita da 15 anni, “diverse famiglie alcune imparentate con i vertici del movimento”, e che dunque il sacrosanto diritto a un tetto non si nega a nessuno. Vero è che, nella Capitale, in altra occasione si è provveduto allo sgombero, con massiccio spiegamento di forze dell’ordine e modi piuttosto spicci: però quel palazzo in via Curtatone era occupato da eritrei, e non aggiungiamo altro. Vero è che i camerati di CasaPound hanno sempre guardato con simpatia la Lega di Salvini, offrendo perfino un sostegno alle ultime elezioni. Insomma, mandare la polizia a casa di personcine sempre così disponibili non sarebbe affatto cortese. Vero è, infine, che oltre al palazzo dell’Esquilino vi sono, nell’elenco della questura di Roma altri 92 immobili occupati abusivamente. Il che, onde evitare il “bagno di sangue”, potrebbe suggerire all’invitto Capitano del Carroccio di posporre la pratica di via Napolenone III. Per esempio, sotto le altre 91, sicuramente più urgenti. Del resto, ben altre emergenze premono sul ministro, costretto com’è a controllare, senza sosta alcuna, che le sacre sponde non vengano violate da certi pericolosi irregolari di pelle scura (e bene in carne) che ne sanno una più del diavolo . Eh sì, la pacchia è finita. Lui tira dritto.
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