Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

martedì 12 maggio 2009

Semiliberi

L’ultimo rapporto sulla libertà di stampa realizzato da Freedom House consegna alla storia una valutazione dell’Italia ben poco lusinghiera, di fatto retrocedendola, in quanto a libertà di stampa e di informazione, a paese semilibero. Siamo l’unico paese nell’Europa occidentale ad avere questo triste attributo, che ci allinea di fatto solo alla Turchia (l’Italia e la Turchia sono gli unici paesi occidentali ad avere un ordine dei giornalisti).
Freedom House, è bene ricordarlo, è una autorevolissima organizzazione autonoma ed indipendente (fondata nientemeno che da Eleanor Roosvelt) che dal 1980 valuta lo stato di libertà di 195 nazioni, e vedere l’Italia ormai in 73a posizione non può non far pensare.

Le motivazioni alla base di questo declassamento sono quelle ampiamente dibattute: le leggi che limitano la libertà di parola e di informazione, gli attacchi continui ai pochi giornalisti che fanno il loro mestiere e realizzano inchieste che dispiacciono al potere, le pressioni sui tribunali, l’eccessiva concentrazione della proprietà dei media nelle mani di un soggetto unico, peraltro Capo del Governo. Freedom House pone sotto osservazione anche la vituperata legge Gasparri, che secondo l’organizzazione americana favorisce espressamente il gruppo Mediaset (strano a dirsi...).
A dire il vero, non è la prima volta che l’eccessiva concentrazione di televisioni e giornali in mano a Berlusconi finisce sotto l’analisi di Freedom House. Già nel 2005 l’Italia era stata declassata a paese parzialmente libero (partly free), tornando libero (in 61ma posizione) solo quando il proprietario di Mediaset perse le elezioni. Nel rapporto si leggeva che “anche se l'informazione privata resta concentrata nelle mani di Mediaset, controllata da Berlusconi, la principale emittente pubblica Rai non è più sotto il suo controllo”. Adesso si ritorna ad una posizione di classifica ancora più bassa, e per gli stessi motivi di sempre, aggravati. Freedom House prende anche in considerazione gli altri (pochi) media autonomi da Mediaset (come La7 ormai in crisi), ma questi hanno un peso quasi del tutto irrilevante in un panorama informativo pesantemente dominato e condizionato dal mono-duopolio Mediaset e Rai, di fatto controllate dal premier direttamente o indirettamente, e da pochi giornali "la cui sopravvivenza é comunque legata strettamente alle enormi sovvenzioni pubbliche elargite dal governo". Inoltre, fattore spesso sottovalutato ma assolutamente decisivo, il settore della pubblicità, da cui deriva un supporto indispensabile alla vita dei media, è praticamente in regime di monopolio o quasi. Ma tant'è- Siamo semiliberi, e lo siamo soprattutto dal punto di vista della libertà di stampa.
http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5ib8nNzQ2C5OKM6oOMcNuF0YRqWXg

http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=251&year=2009