Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

venerdì 26 settembre 2008

MAlitalia -2

Dunque torna in gioco Airfrance. Con una fondamentale differenza però: che con il piano precedente i debiti di Alitalia se li sarebbe pagati Airfrance medesima, mentre adesso li pagheremo noi in nome dell'italianità prevalente della compagnia e del margine di profitto monopolistico da garantire alla cordata amica. Pronti a ricominciare daccapo come prima.
Un disastro di cui sono ben chiari i nomi dei responsabili: Silvio Berlusconi, i suoi soliti complici sindacali (Bonanni in testa) e la corporazione dei piloti nelle sue diverse articolazioni di potere. Anche Prodi ha avuto delle colpe, che consistono essenzialmente nell'incertezza con cui ha assecondato la demagogia montante del Cav, senza trovare il coraggio di opporvisi e di denunciarla in campagna elettorale e di spingere con più forza per chiudere in fretta la vendita ad Airfrance.
Come affermava Capezzone prima della sua riconversione in "compagno di bandiera" forzaitalica, e proprio in risposta agli inverecondi attacchi di Berlusconi e dei leghisti alle c.d. "compagnie low cost" in difesa dei privilegi alitalici,
"quello dell'italianità è un dibattito ingannevole: a me l'unica italianità che interessa è il portafogli italiano del viaggiatore italiano... le tariffe attuali sono un furto, anche perché ormai si viaggia in tutta Europa con 6 euro... prendiamo come bussola gli interessi dei viaggiatori e non correremo rischi... quello che fa la compagnia irlandese [Ryanair, nota mia] e che fanno tutti gli attori capaci di offrire più scelta e qualità a minor prezzo è da considerare come una benedizione... tutto quello che inchioda i viaggiatori e li riduce a prigionieri di tariffe che si aggirano sopra i duecento euro per una tratta come Roma-Milano al massimo può essere considerato una maledizione".
In sintesi. Il mito, anzi la bufala corporativa e protezionistica dell'"italianità" non vuol dire altro se non che i debiti di queste imprese fallimentari (Alitalia è solo quella del momento) dovranno ripianarli - ancora e per l'ennesima volta - i contribuenti italiani, che "in cambio" poi ne ricaveranno - continueranno a ricavarne -, in quanto cittadini consumatori, minore concorrenza e maggiori prezzi...
Dietro la "bandiera tricolore" c'è sempre un potente sottofondo di interessi politici ed economici. E questo lo si dovrebbe aver chiaro da un pezzo. Nonostante le intemerate protezionistiche e "antimercatistiche" di Tremonti & co. Del resto il loro intento è chiaro: fare dell'Italia una gigantesca Alitalia... e ci stanno riuscendo!
Basta col protezionismo e con i monopoli (nazionali o meno), la soluzione è una sola: più concorrenza, più mercato, più soggetti competitori (e meno amici che ci guadagnano e corporazioni che prosperano)!

giovedì 25 settembre 2008

Che Saràs, Saràs... dal blog di Beppe Grillo

Per la serie non c'è solo l'Alitalia... che è solo una (seppur delle peggiori) tra le tante schifezze di questo Paese.
E a conferma di come - in Italia soprattutto - il calcio sia la vera metafora della società (e non solo nel senso di quella quotata in borsa...).
Riporto dal blog di B. Grillo.

Scrivevo di emmemmme Massimo Moratti nel blog il 23 aprile 2007, diciassette mesi fa: “Ogni tanto il fratello maggiore Gianmarco gli chiede di mettere una firma sui collocamenti. La gente si fida di lui, del suo aspetto da Bugs Bunny buono. E così è stato anche per il debutto di Saras in Borsa. I Moratti hanno incassato 1,7 miliardi di euro, ne avevano bisogno per rinforzare la squadra. Il titolo fu quotato a 6 euro in un momento di crollo del settore energetico. Chi lo comprò perse il 12% in un solo giorno. Riassunto: qualcuno decide che il prezzo di 6 euro è giusto, i risparmiatori ci credono, comprano, perdono. I Moratti e le banche ci guadagnano e la procura indaga. La Consob dov’era? Cardia illuminaci".
Emmeemme farfugliò di querele contro di me di cui non ho avuto notizia. Quelle che ho comunque mi bastano.
Diciassette mesi dopo il post “Senza rubare”, il 23 settembre 2008, il consulente tecnico della Procura di Milano ha descritto l’operazione Saras in 400 pagine.
Il consulente, come riportato da Repubblica: “ha ipotizzato che l’incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell’Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni di euro”.
In sostanza le azioni sono state quotate a un prezzo molto superiore al loro valore. I Moratti e le banche hanno incassato. Chi ha comprato ha perso 770 milioni di euro.
Le banche hanno offerto un aiuto prezioso per la collocazione dei titoli. Le email sequestrate dalla magistratura:
- “E’ vitale che davanti al prezzo ci sia un 6”, Federico Imbert, Jp Morgan
- “Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi i fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, così quella parte non la vedremo per lungo tempo” Emilio Saracco, Jp Morgan
- “Parlato a lungo con Miccichè di Intesa. E’ contento del lavoro fatto insieme su Saras e Intercos. E’ personalmente a disposizione per stimolare forza vendita specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature. Tiene ovviamente molto al successo data l’esposizione sua e di Passera con i Moratti. E’ stato da lui Galeazzo Pecori Girali di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti” Federico Imbert, Jp Morgan.
Che Saràs, Saràs …:
- Moratti, incasso 1,6 miliardi di euro
- Jp Morgan, incasso 26,7 milioni di euro
- Banca Caboto, incasso 18 milioni di euro
- Morgan Stanley, incasso 20,9 milioni di euro
- Azionisti, perdita 770 milioni di euro.

Che Saràs, Saràs..., dal blog di Beppe Grillo, pubblicato il 25 set alle 14.18

sabato 20 settembre 2008

Oggi è il XX settembre

20 settembre 1870. Il giorno della liberazione, rivelatasi ben presto provvisoria, di Roma (e dell'Italia) dalla tirannide temporale del papato. Per chi ama e crede nella libertà è festa nazionale.
Nelle parole di Ernesto Nathan, il più grande sindaco che Roma abbia finora avuto:
“… per la breccia di Porta Pia, entrò nella città eterna il pensiero civile ed umano, la libertà di coscienza, abbattendo per sempre, muraglia di una Bastiglia morale, il potere temporale dei papi… Quella data… da nazionale diviene, nel suo alto significato filosofico, universale, e come tale la festa del popolo per i popoli”.
Qui si può leggere lo storico discorso celebrativo di E. Rossi, Il nostro XX settembre. Lettura quanto mai salutare in un momento in cui l'attuale sindaco della Capitale ne oltraggia la memoria commemorando, tramite suoi (degni o indegni) rappresentanti, gli zuavi pontifici mercenari invece dei bersaglieri liberatori di Roma.
Non per altro la Chiesa è sempre stata contro le libertà democratiche: per il timore, cioè, di divenire oggetto, come ogni altra istituzione, di discussione e di critica.
In una periodo in cui le battaglie vanno combattute anche e in primo luogo per riappropriarsi del significato delle parole (i "clericali" definiscono se stessi "laici" e chiamano i laici spregiativamente "laicisti", sicché i "laicisti" sono semplicemente laici invece che clericali) voglio riportare, inoltre, alcune parole di G. Salvemini, straordinarie e particolarmente appropriate:
"Tutti in Italia sembrano aver dimenticato che la libertà non è la mia libertà, ma è la libertà di chi non la pensa come me. Un clericale non capirà mai questo punto, né in Italia, né in nessun altro Paese del mondo. Il clericale non arriverà mai a capire la distinzione fra peccato e delitto, fra quello che lui crede peccato e quello che la legge secolare ha il dovere di condannare come delitto. Punisce il peccato come se fosse delitto, e perdona il delitto come se fosse peccato. Non è mai uscito dall'atmosfera dei 10 comandamenti, nei quali il rubare e l'uccidere (delitti) sono messi sullo stesso livello del desiderare la donna d'altri (peccato). Perciò è necessario tenere lontani i clericali dai governi dei paesi civili." [...]
"La ideologia del laicismo nega alle autorità ecclesiastiche il diritto di mettere legalmente a servizio delle loro ideologie le autorità secolari. Le autorità ecclesiastiche hanno il diritto di "consigliare" i fedeli, e magari di condannarli al fuoco eterno, ma nell'altra vita. Se avessero la facoltà di imporre giuridicamente a fedeli e non fedeli i loro consigli e le loro condanne in questa vita, i loro consigli diventerebbero "leggi". I peccati diventerebbero delitti. Il laicismo - inteso in questo senso, e non so in quale altro senso si possa intendere - è la secolarizzazione delle istituzioni pubbliche." [...]
"È solo dopo essere vissuto in paesi protestanti, che io ho capito pienamente quale disastro morale sia per il nostro paese non il "cattolicesimo" astratto che comprende 6666 forme possibili di cattolicesimi, fra cui quelle di San Francesco e di Gasparone, di Savonarola e di Molinas, di Santa Caterina e di Alessandro VI, ma quella forma di "educazione morale" che il clero cattolico italiano dà al popolo italiano e che i papi vogliono sia sempre data al popolo italiano. È questa esperienza dei paesi protestanti che ha fatto di me non un anticlericale, ma un anticattolico..."
Gaetano Salvemini, Lettere dall'America 1947-1949 (epistolario con Ernesto Rossi)

martedì 2 settembre 2008

MAlitalia -1

Sperando di trovare il tempo, ho deciso di iniziare la pubblicazione di un dossier di approfondimento sullo scandalo senza fine e senza fondo dell'Alitalia, che ben rappresenta il modo con cui il presente governo e chi lo presiede infinocchiano ripetutamente i cittadini italiani in nome di presunti interessi nazionali (modello Putin), ovviamente con la complicità determinante dei sindacati di stato (che in questo caso hanno provveduto al "lavoro sporco" nei confronti della trattativa con Airfrance), sempre d'accordo quando c'è da saccheggiare denaro dei contribuenti....

E' un lavoro di raccolta che avrei voluto cominciare da alcuni mesi, ma tant'è - meglio tardi che mai -, forse ci voleva la mazzata definitiva che si annuncia in questi giorni.

Si comincia dalla fine. Ovvero pubblicando gli unici editoriali che spiegano come stanno le cose su questa vergogna della cordata pataccara… Del resto, nessuna meraviglia: i padroni dei giornali sono in buona parte i beneficiati da questa cordata di privatizzatori di profitti e socializzatori di perdite

Costi pubblici, profitti privati di Tito Boeri
Alitalia, resta solo la bandiera di M. Giannini
Compagnia di bandierina di Mario Deaglio

Un utile approfondimento dei fatti precedenti, con particolare riguardo agli ultimi anni, è dato dall'inchiesta pubblicata in 6 puntate dal Sole 24 ore (qui anche in .pdf).

Dio, Alitalia e Famiglia

Ovvero: del cialtronismo corporativo di questa destra.
L'"italianità" della compagnia significa non altro che l'accollo allo stato e ai contribuenti italiani dei debiti e la concessione di ulteriori privilegi e tutele futuri a danno di clienti e consumatori (che dunque pagheranno ulteriori costi in termini di protezionismo).
Inoltre la nuova compagnia nasce sulla garanzia pubblica di condizioni di monopolio (a cominciare dalla tratta Roma-Milano).
E questo viene posto in essere dopo aver lavorato - in combutta con la marmaglia sindacale e corporativa - per far fallire una soluzione (quella della vendita ad Airfrance) che accollava i debiti di Alitalia all'acquirente invece che alla collettività.
Quello che sta oggi facendo il governo italiano, più che un "salvataggio", è piuttosto operare per garantire a una nuova compagnia un monopolio di fatto sulle rotte interne, che altrimenti sarebbero state coperte da altri in condizioni di concorrenza.
Tremonti dice che in Italia il mercato non può funzionare... Certo, se non viene messo in condizioni di esistere è difficile che possa funzionare!
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In pratica, un'operazione in due fasi (accollo alla collettività dei debiti della bad company e cordata monopolistica di amici pataccari per la good company) che rappresentano nel peggiore dei modi la "socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti" (come chiariscono ad es. E. Bonino e il Riformista)... a favore di una "cordata" dentro cui stanno (chissà perché?) - parole di M. Calearo - "chi vive di tariffe e qualche indebitato", a cominciare da C. Toto di Airone, di cui a ben vedere questa operazione rappresenta un vero "salvataggio" (sempre a spese dei cittadini italiani, naturalmente). Come afferma B. Tabacci su Liberal "E' peggio dei tempi dell'Iri: il modello di oggi è Putin... se fossero vissuti allora, con le partecipazioni statali Berlusconi e Tremonti ci sarebbero andati a nozze...".
In sintesi, un brano finale del commento di T. Boeri su Repubblica:
Proprio in questi giorni stiamo assistendo ad un'altra vicenda devastante per la nostra immagine presso gli investitori esteri. Ben tre leggi dello Stato cambiate a beneficio di una cordata di banchieri, imprenditori e del presidente degli industriali italiani, noncurante del fatto che, se il loro piano dovesse andare in porto, imporrà a tutti i propri rappresentati prezzi molto più alti in quella tratta decisiva per molte imprese che è la Roma-Milano.

lunedì 1 settembre 2008

Sindacati

Un dato fondamentale che tutti gli studi e le statistiche esprimono.
L'Italia è il paese con i sindacati più forti nel mondo occidentale e i salari tra i più bassi (se non addirittura i più bassi).
Ebbene, non è ora di chiedersi se per caso non ci sia un legame tra questi due fatti ?
Come viene usata questa forza? E in cambio di che cosa e a spese di chi viene guadagnata e conservata?
La risposta è tanto semplice quanto evidente: i loro privilegi in cambio del bene comune, i cazzi loro in cambio di quelli di tutti.