Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

lunedì 1 luglio 2019

Uscita allo scoperto

Secondo Putin tutelare i diritti civili è una pratica obsoleta

In una sorta di manifesto del sovranismo intollerante e xenofobo, il presidente russo sul Financial Times si è scagliato contro le libertà individuali, attaccando i migranti e le persone lgbtq+

https://www.wired.it/attualita/politica/2019/06/28/putin-intervista-financial-times/?refresh_ce=

 
Il 27 giugno il presidente della Russia Vladimir Putin ha rilasciato un’intervista esclusiva al quotidiano britannico Financial Times nella quale ha sostenuto, tra le altre cose, che il liberalismo – ovvero la dottrina per cui i diritti inviolabili e le libertà dei cittadini sono caratteristiche naturali dell’individuo nella società, e per questo vanno assicurati dalla legge – è diventato obsoleto.
Questa idea è entrata in conflitto con gli interessi della maggioranza della popolazione”, ha detto Putin. “Parte dal presupposto che non si possa fare niente. Che i migranti possono uccidere, fare razzie e stuprare senza essere puniti perché i loro diritti come migranti devono essere tutelati”. (Questa affermazione di Putin non trova tuttavia riscontro nella realtà: qualsiasi migrante compia un crimine – al netto delle mancanze dei sistemi della giustizia nazionali – viene processato e punito come stabilisce la legge dello stato in cui vive).



La prima pagina del Financial Times con l’intervista a Vladimir Putin


Secondo il presidente, questo atteggiamento tollerante sarebbe un errore e la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe sbagliato ad aprire le frontiere, permettendo a più di un milione di persone in fuga dalla guerra siriana di emigrare in Germania. Male, secondo lo zar Putin, avrebbero fatto anche i suoi colleghi che hanno adottato un approccio multiculturale e perso così la fiducia dei loro cittadini. I leader, secondo il presidente russo, dovrebbero invece guarda caso prendere spunto da Donald Trump.
Nel colloquio col Financial Times, Putin ha criticato anche il riconoscimento della diversità di genere, che considera un altro passo falso. “Non voglio insultare nessuno […] e non abbiamo nessun tipo di problema con le persone Lgbt. Per carità di dio, vivano come credono. Ma alcune cose ci sembrano eccessive. Adesso dicono che i bambino possono avere cinque o sei ruoli di genere”, ha spiegato. “Vogliamo che ognuno sia felice ma non possiamo permetterci di far passare in secondo piano la cultura, le tradizioni e i valori della famiglia che sono alla base della società”.
Queste ultime non sono state le uniche affermazioni controverse di Putin. Il presidente ha detto anche che la Russia non ha mai interferito con le elezioni presidenziali americane del 2016, anche se l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller ha dimostrato il contrario; ha sostenuto che durante la Guerra fredda le persone rispettavano le regole, ma oggi questo non vale più e il mondo è diventato frammentato e imprevedibile; che la guerra in Siria – nella quale la Russia è intervenuta a fianco del dittatore Bashar al-Assad – è stata un chiaro esempio di successo nonostante cinque milioni di persone abbiano abbandonato il paese, almeno 500mila siano morte e alcune città come Aleppo e Homs siano state rase completamente al suolo.

La risposta di Donald Tusk
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha criticato con vigore le parole di Putin. “Chiunque dice che la democrazia liberale è obsoleta, dice anche che la libertà è obsoleta, che lo sono anche lo stato di diritto e i diritti umani. Per noi, in Europa, questi sono e rimarranno valori essenziali e fondamentali. Quello che personalmente trovo obsoleto sono: l’autoritarismo, il culto della persone e il dominio degli oligarchi anche se a volte possono sembrare efficaci”.

I diritti umani in Russia
Mosca è al 149esimo posto della classifica di Reporters Without Borders sulla libertà di stampa, e a marzo scorso la Duma ha approvato due leggi che puniscono anche con l’arresto i cittadini che insultano le istituzioni, e impongono ai media di cancellare gli articoli irrispettosi nei confronti delle autorità.
In pericolo è anche la comunità Lgbtq+. Nel 2013, il paese ha approvato una legge che ostacola la promozione di “relazioni sessuali non tradizionali” tra i bambini ribattezzata di propaganda anti-gay, che secondo le associazioni di tutela dei diritti civili ha causato un aumento della violenza omofoba nel paese. Secondo le Nazioni Unite, la legge violerebbe anche il diritto internazionale.



No, Mr Putin, western liberalism is not obsolete

Mainstream US and EU politicians must work harder to defend values and address discontent

https://www.ft.com/content/34f3edc0-9990-11e9-9573-ee5cbb98ed36

There is an air of triumphalism in Vladimir Putin’s claim — in an interview with the Financial Times this week — that liberalism is obsolete. Since returning as Russian president in 2012 Mr Putin has sought to undermine the liberal western order. Yet his victory cry is hollow. Liberal, market-based democracy remains the organising principle in most non-petrostate countries with the highest living standards — and vital to the dynamism that generated their prosperity. Mr Putin’s statement is a signal, nonetheless, that western politicians must step up efforts to defend liberal values against the challenge from populist nationalists. That challenge is real. The post-cold war global dominance of America and the EU, and the system they represent, is over. The challenge also comes partly from within. Mr Putin’s comments chime with those of both east and west European nationalists such as Marine Le Pen, Viktor Orban and Matteo Salvini; or of Steve Bannon, onetime consigliere to US president Donald Trump — and of Mr Trump himself. Indeed, with his tariffs and contempt for multilateralism, the US president is arguably a bigger threat to the liberal west’s cohesion than his Russian counterpart. Mr Putin’s triumphalism is misplaced. Not all of liberalism is under threat. The superiority of private enterprise and free markets — at least within individual nations — in creating wealth is no longer seriously challenged. What is at risk is open borders, and values such as social tolerance, individual rights, democracy and rule of law. The most successful fusion of a market economy with an illiberal political system is not Russia but China. The Putin system’s recent record is weak. Thanks to the failure to diversify away from natural resources, coupled with western sanctions imposed over Russia’s military intervention in Ukraine, annual growth since Mr Putin returned to the Kremlin has averaged a meagre 1.1 per cent. Real household incomes have fallen five years in a row. An uncomfortable annual TV phone-in last week showed the Russian president is finding it harder to contain popular disgruntlement. Few foreign leaders name Russia as a model. While America is no longer the shining city on the hill it once seemed, the world’s poor and oppressed still head overwhelmingly for the US and western Europe — not just because they are wealthy, but because they are also seen as havens of freedom. Russia is a magnet neither for the poor, the wealthy, nor much recent foreign investment. Recommended FT Podcast Putin dismisses liberal elites in exclusive FT interview Plainly, however, there is disenchantment among western voters with liberalism. The financial crisis dented faith in the economic system and political and business elites. It catalysed a sense that too many have lost out from globalisation and immigration. The populists’ answer — to bring down barriers — is misguided. Trade wars tend to shade into real ones. To roll back populism, mainstream parties must take voters’ grievances seriously and find innovative ways to address them. Western governments must ensure the rich, and multinational corporations, are taxed fairly and curb excessive executive pay. They need to invest in services and infrastructure, and in educating workforces to cope with a world of robots and artificial intelligence. They must also accept they are immeasurably stronger and more influential when they pool sovereignty in rules- and values-based institutions. Brexit, like Mr Trump’s isolationism, is a worryingly backwards step. The tasks are not trivial or easy. Neither are they impossible. Renewing and revitalising liberalism is the best way to expose the barrenness of the worldview of Mr Putin and his ilk.


Approfondimenti:
https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/06/29/news/e-putin-obsoleto-non-il-liberalismo-262942/
https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/06/30/news/la-democrazia-illiberale-del-cavaliere-di-bronzo-262992/
https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/07/02/news/putins-world-263397/
https://www.ilfoglio.it/politica/2019/01/06/news/ha-ancora-senso-parlare-di-destra-e-sinistra-231443/
https://www.ilfoglio.it/cultura/2019/03/31/news/tornare-alle-idee-dellilluminismo-plurale-e-lantidoto-al-populismo-il-libro-di-veca-e-mori-245332/