Qual è il primo atto (non solo formale) di ogni degno (...) dirigente che si sia (o sia stato) appena insediato in un nuovo ufficio? Preoccuparsi di organizzare al meglio il lavoro? Cercare di comprendere e affrontare al più presto gli eventuali problemi irrisolti inerenti a quella realtà lavorativa? Ragionare su come meglio dar corso a pendenze lavorative arretrate e/o prevenirne di future?
No. Convocare la locale cappella sindacale. Meglio se in versione allargata (cappella + cupola locale, o anche - in un caso più specifico - sot-tocappella e sot-tocupola locali), così da sottrarre eventualmente un maggior numero di soggetti da ipotetiche incombenze lavorative da cui, seppur tradizionalmente esentati, potrebbero rischiare di essere - magari per errore o per l'impudenza di qualcuno - sfiorati.
Si badi, non convocare l'insieme dei dipendenti o dei lavoratori, ma il loro opposto, ovvero i loro indegni e più o meno abusivi in termini democratici (la proporzionale con voto di lista per organi pletorici è altro rispetto alla scelta democratica) sedicenti "rappresentanti", cioè coloro che meno di tutti hanno interesse, necessità e titolo di occuparsi di questioni lavorative (le quali evidentemente sono tutt'altro che prioritarie anche per il convocatore oltre che per i convocati... ammesso che ci sia differenza).
Questo evidentemente per un semplice scopo: omaggiare (con estrema sollecitudine) i veri padroni e mettere simbolicamente in chiaro che essi sono riconosciuti tali.
Questo è quanto puntualmente avviene. Degno spaccato di un settore di merda (tra i tanti) di un Paese di merda. Auguri.
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