Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

martedì 11 novembre 2008

Veti talebani

Vaticano sempre più talebano. E’ iniziato subito il forsennato fuoco di sbarramento clericale per tentare di imporre le loro condizioni e i loro paletti etico-politici a chi è stato democraticamente eletto su precise posizioni politiche. Ma la democrazia non è cosa che piace né può interessare alle gerarchie clericali. E’ il loro “modello Iran” (non praticato compiutamente e fino in fondo solo perché non più del tutto consentito).
Un fuoco di sbarramento fatto di pressioni e ingerenze temporalistiche in difesa del loro oscuro mondo di proibizioni e di diffidenza nei confronti della scienza, della libertà e della democrazia, che si pretende di condizionare e di sottomettere tutte alla fede (ritenendo magari tutto questo garanzia del loro potere mondano e temporale). Ma per fortuna l’America non è l’Italia.
C’è quindi solo da sperare che almeno gli Stati Uniti tengano duro e che Obama e i suoi (come già Zapatero) non cedano. Ne va delle sorti laiche e civili dell’Occidente democratico.
Il Nuovo potere temporale - S. Rodotà
Di fronte ai segni di un possibile rafforzarsi delle politiche dei diritti la Chiesa interviene con durezza e con un tempismo preoccupante. I giudici della Corte di cassazione sono in camera di consiglio per discutere il ricorso del Procuratore generale di Milano contro il provvedimento che ha autorizzato l’interruzione dei trattamenti per Eluana Englaro. Nello stesso momento il cardinale Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la salute, afferma che saremmo di fronte a "una mostruosità disumana e un assassinio". Lo stesso cardinale ha "espresso preoccupazione" per l’annuncio secondo il quale il nuovo Presidente degli Stati Uniti si accinge a revocare il divieto, imposto da Bush, di finanziamenti federali alle ricerche sulle cellule staminali embrionali, sostenendo che "non servono a nulla".
Colpisce, in questi interventi, una aggressività di linguaggio che nega ogni legittimità alle posizioni altrui, presentate in modo caricaturale e criticate con toni sprezzanti e truculenti. Questo atteggiamento, nel caso della Corte di cassazione, si traduce in una assoluta mancanza di rispetto per le istituzioni della Repubblica italiana da parte di un "ministro" di uno Stato estero. Si interviene proprio nel momento in cui la più alta magistratura sta decidendo su una questione della più grande rilevanza umana e sociale, sì che massimi dovrebbero essere il silenzio e il rispetto. Che cosa sarebbe successo se, in una situazione analoga, un qualsiasi governo straniero avesse definito "assassino" un giudice italiano per una sua possibile decisione?
Conosciamo la risposta. La Chiesa agisce nell’esercizio della sua potestà spirituale, dunque ad essa non sono applicabili categorie che riguardano la sfera della politica. Ma, per il modo in cui ormai ordinariamente agisce, la Chiesa si è costituita proprio in soggetto politico, pratica un nuovo "temporalismo", pretende un potere di governo sociale che cancella il principio che vuole lo Stato e la Chiesa, "ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani" (articolo 7 della Costituzione). Due parti autonome e distinte, dunque. E questo, lo espresse con parole chiare e misurate Giuseppe Dossetti all’Assemblea costituente, vuol dire che "nessuna di esse delega o attribuisce poteri all’altra o può, per contro, in qualsiasi modo, divenire strumento dell’altra". Nel mentre esercita il suo potere di fare giustizia, lo Stato italiano ha diritto di pretendere che siano rispettate la sua indipendenza e la sua sovranità perché, in un caso come questo, così vuole la sua Costituzione. Siamo, dunque, di fronte ad una violazione grave che, in governanti forniti di un minimo senso dello Stato, avrebbe dovuto determinare una immediata e ferma risposta.
Se, guardando al di là di questo fondamentale aspetto di politica costituzionale, si considerano le argomentazioni adoperate, lo sconcerto, se possibile, cresce. Nulla del dibattito scientifico sull’idratazione e l’alimentazione forzata è degnato di una pur minima attenzione dalla posizione vaticana. Si tace colpevolmente dei risultati di una commissione istituita da Umberto Veronesi quand’era ministro; delle pazienti spiegazioni mille volte date da Ignazio Marino, mostrando come non corrisponda alla realtà clinica la rappresentazione di una "terribile morte per fame e per sete"; delle opinioni espresse, in tutto il mondo, da autorevoli studiosi. Vi è solo una invettiva, nella quale è vano scorgere le ragioni della fede e, dove, invece, compare un sommo disprezzo per l’intelligenza delle persone, evidentemente considerate del tutto ignoranti, incapaci di trovare le informazioni corrette in materie così importanti.
Non diversa è la linea argomentativa (si fa per dire) della critica a Obama, per l’annunciata volontà di consentire il finanziamento delle ricerche sulle cellule staminali embrionali confondi federali. Cito solo una frase pronunciata ieri dal cardinale Barragan. "Gli scienziati lo dicono chiaramente: fino adesso le cellule staminali embrionali non servono a nulla e finora non c’è mai stata una guarigione". Ma la ricerca scientifica serve appunto a far avanzare le conoscenze, a scoprire opportunità fino a ieri sconosciute, a far diventare utile quel che ieri non lo era, a lavorare perché siano possibili guarigioni oggi fuori della nostra portata. Proprio per questo gli scienziati fanno esattamente l’opposto di quel che ci comunica il cardinale. Ricercano intensamente, esplorano nuove strade, ricevono finanziamenti dall’Unione europea ed è bene che li ricevano anche dall’amministrazione americana, perché la ricerca finanziata da fondi pubblici è più libera, sottratta ai possibili condizionamenti del finanziamento privato (chi vuole informarsi ricorra al recentissimo libro di Armando Massarenti, Staminalia, Guanda, Parma 2008).
Scrivo queste righe con gran pena. Conosco e pratico un mondo cattolico diverso, anche nelle sue gerarchie, aperto al mondo e ai suoi drammi, che accompagna con intelligenza e cristiana pietà. E’ questo il mondo che può darci il necessario dialogo, negato ieri da una cieca e inaccettabile chiusura. (S. Rodotà, La Repubblica, 11/11/2008)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo centro-destra italiano è ormai la mano legislativa del Vaticano, con la pavida complicità di buona parte del centro-sinistra...
Dove andremo a finire? C'è solo da sperare che prima o poi anche da noi si arrivi a una più bilanciata contrapposizione di "pro-choice" vs. "pro-life"

Anonimo ha detto...

Vaticano = Iran = stato canaglia

Alessandro Mazzucco ha detto...

Pensate un attimo: cosa accadrebbe se il Vaticano (o la chiesa italiana) controllasse (oltre a governo e parlamento) esercito, polizie, carabinieri, servizi segreti, magistratura, corte costituzionale etc. e magari tutta o quasi tutta la stampa (la televisione già la controllano)... Sarebbe appunto l'Iran, o magari la versione aggiornata dello stato pontificio. Appunto.

Anonimo ha detto...

NON VINCE LA SCIENZA
di Umberto Veronesi - La Repubblica - 14/11/2008

La sentenza della Casssazione non sancisce la vittoria degli scienziati, né dei laici, né di qualche schieramento politico, ma dei cittadini e dei principi della Costituzione che ne tutelano la libertà. E una volta di più i giudici dimostrano la loro fedeltà alla Costituzione, e l`indipendenza intellettuale dalle pressioni ideologiche. Perché proprio dei diritti di tutti i cittadini alla libertà individuale stiamo parlando. Con "tutti" intendo credenti e non credenti.
Sono un laico che ha un profondo rispetto per le idee della religione, di ogni religione, e penso che sia legittimo che la Chiesa le promuova verso chi crede. Tuttavia in Italia ci sono dieci milioni di cittadini che ufficialmente si dichiarano non credenti e diversi milioni che si definiscono parzialmente credenti. Credo che si debba tenere conto anche delle loro idee, e soprattutto dei loro diritti. Mi ritrovo nelle parole che scrisse Indro Montanelli «Io non mi sono mai sognato di contestare alla Chiesa il suo diritto a restare fedele a se stessa, cioè ai comandamenti che le vengono dalla Dottrina... ma che essa pretenda d`imporre questi comandamenti anche a me che non ho la fortuna di essere un credente, cercando di travasarli nella legge civile in modo che diventi obbligatorio anche per noi non credenti, è giusto? A me sembra di no». Che si opponga il Vaticano alla realizzazione della volontà di Eluana di non vivere come un vegetale, ma che sia chiaro che questa negazione è basata su posizioni di fede e dunque il suo messaggio si rivolge a chi la fede ce l`ha. Devo aggiungere che è un messaggio che stupisce un poco chi segue con attenzione il pensiero teologico, perché non è propriamente in linea con la cultura tradizionale religiosa, che ha sempre visto la morte come evento naturale, parte del disegno divino, e ha sempre guardato con perplessità all`estensione dell`intervento della tecnologia medica sulla vita dell`uomo.
Non è questo, tuttavia l`oggetto del dibattito che ferve intorno ad Eluana e soprattutto non è, come sembra, la posizione del Vaticano rispetto a quella della scienza. Il caso Englaro è aperto da 16 anni perché le sue volontà sono state "ricostruite", e non espresse per iscritto. Rifiutare le cure è un diritto nel nostro Paese, così come lo è non mangiare e non bere. Se decido di fare uno sciopero del fame e della sete, nessuno può infilarmi un sondino nel naso o cacciarmi una flebo nelle vene. Sarebbe un reato. Allo stesso modo sarebbe incostituzionale obbligarmi a vivere come un vegetale, se io ho espresso per iscritto in piena lucidità, il mio rifiuto di questa condizione. Il dibattito non è neppure, come qualcuno vuol far credere, se Eluana si può risvegliare o no. Crea equivoci chi parla di omicidio. Eluana è morta 16 fa. Vivono, anzi vegetano proprio come piante, gli organi del suo corpo. La situazione clinica non lascia purtroppo spazio al dubbio di un futuro risveglio perché nessuno si risveglia da un coma dopo un anno, figuriamoci dopo 16. Esistono casi di coma transitorio che hanno probabilità di reversibilità e su questi la medicina può fare molto. Ma non è quello di Eluana, che è definito appunto "stato vegetativo permanente". Dobbiamo arrenderci al fatto che al là di certi confini la medicina tecnologica non va, e dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo. Anzi, nella percezione della gente, i limiti della medicina vanno già al di là delle aspettative. Infatti è nata in questi ultimi anni una nuova paura che si affianca a quella atavica del dolore e della morte: la paura della vita artificiale. La medicina moderna, con le sue tecnologie sempre più sofisticate, è arrivata a creare, come esito non voluto delle metodiche di rianimazione e terapie intensive, una condizione nuova di «vegetante» (che è quella di Eluana oggi) che inquieta nel profondo molti di noi. Per questo già cinque anni fa ho avviato in Italia una campagna a favore del testamento biologico: per dare, a chi lo desidera, la possibilità di rifiutare un`esistenza artificiale. In Senato ho presentato una legge su questo tema: 9 punti per affermare la libertà delle persone di decidere le cure che vogliono o non vogliono ricevere, ma anche dei medici di rifiutare di realizzare le volontà dei malati, se vanno in contrasto con le proprie convinzioni etiche e morali. Se ci fosse un testamento biologico di Eluana, la sua dolorosa vicenda non sarebbe esistita. La sentenza di oggi ha coraggiosamente superato questa difficoltà, non in nome della laicità e neppure in nome della scienza, ma nel rispetto del diritto di ogni cittadino a decidere per sé, qualsiasi fede o idea egli difenda. E un buon segnale. C`è nelle società di tutto il mondo una voglia concreta di libertà di pensiero e di tolleranza. Lo hanno dimostrato anche le reazioni alle critiche del Vaticano nei confronti della posizione di apertura di Obama alla ricerca sulle staminali embrionali. Anche qui bisognerebbe sgombrare il campo dagli equivoci. Il tema dei diritti dell`embrione è controverso per motivi etici e religiosi, e per questo la ricerca è bloccata quasi ovunque nel mondo. Ma nessuno ha mai pensato di generare embrioni per farne una fabbrica di staminali. Certamente non in Italia. Ciò che noi abbiamo proposto da anni è l`utilizzo per scopi di ricerca degli embrioni non più utilizzabili per la procreazione, quelli che giacciono nei frigoriferi delle cliniche ginecologiche e che sono destinati a finire nel lavandino invece che sotto la lente di un microscopio.

Anonimo ha detto...

Mi ritrovo nelle parole che scrisse Indro Montanelli «Io non mi sono mai sognato di contestare alla Chiesa il suo diritto a restare fedele a se stessa, cioè ai comandamenti che le vengono dalla Dottrina... ma che essa pretenda d`imporre questi comandamenti anche a me che non ho la fortuna di essere un credente, cercando di travasarli nella legge civile in modo che diventi obbligatorio anche per noi non credenti, è giusto? A me sembra di no»

Alessandro Mazzucco ha detto...

Il vaticano fa due botti nel giro di pochi giorni: prima si schiera (e fa campagna) all'onu contro la proposta di risoluzione anti discriminazione penale (leggasi: sanzioni penali che in molti stati significano anche pena di morte) degli omosessuali (in quanto tali);
poi avversa e vota contro, sempre all'onu, la risoluzione in favore dei diritti dei disabili, con la motivazione che il testo non contiene una condanna dell'aborto (ma, tra l'altro, che c'entra?), e quindi va rigettato...!!! Complimenti, quella di Ratzinger nazista rischia di sembrare sempre meno una caricatura...

Anonimo ha detto...

vaticano = stato canaglia

Anonimo ha detto...

Possa Nostro Signore avere pietà delle vostre povere anime traviate.
Lode a Nostra Santa Madre Chiesa.

Alessandro Mazzucco ha detto...

E chi avrebbe traviato chi, scusa?

Anonimo ha detto...

No taliban, no vatican