Il Blog delle malefatte sindacali a Malpensa (e non solo)

venerdì 16 novembre 2007

"Schizzi" di organigramma

Di seguito si tenterà di dare una ricostruzione per tipi (con pretesa non certo sistematica ma puramente esemplificativa) di come in generale la pubblica amministrazione e, nel caso specifico qui considerato, l'agenzia delle dogane sia infestata e avviluppata ai suoi vari e consenzienti (pena l’accusa di lesa sindacalità) livelli da piovre sindacali, anzi diremmo meglio da vere e proprie idre (per chi non lo sapesse, animali mitologici dotati, oltre che di tentacoli, di molteplici teste... di cazzo ?).
Ovviamente, che a farne le spese (di questi giri di valzer tentacolari) siano i pochi (ma non pochissimi) lavoratori che non amano - e non si prestano a - queste danze macabre, e soprattutto la collettività e il Paese intero, è cosa che a nessuno di costoro corporativamente interessa... tanto pagano altri (ovvero: tutti)…

Cupola
La Cupola per antonomasia è quella che, ormai un giorno sì e l’altro no (o forse pure), si riunisce presso la direzione regionale: è composta da molteplici membri (in numero incalcolato e forse ormai incalcolabile) di tutte le innumerevoli patacche sindacali, la cui proliferazione ricorda ormai i ritmi di riproduzione di certe colonie di alieni invasori (ed invasivi) dei film di fantascienza più inquietanti; tutti costoro presieduti dai vari direttori regionali (o loro rappresentanti), che rinunciano – con evidente scelta di campo – a censirli (ma anche solo a contarli). Lo svuotamento degli uffici è pertanto il segnale più inequivocabile del fatto che, quel giorno, la cupola è in seduta (e pertanto vi toccherà lavorare anche per loro).
Ovviamente, ciascun livello amministrativo ha ormai la sua cupola, quindi in tali casi andrà per chiarezza specificato a quale ci si riferisce (locale, circoscrizionale… nazionale, altrimenti qualificabile anche come Cupolone).

Cappella
Fiancheggia – e a volte tende a coincidere, a sovrapporsi o ad essere sovrapposta – le cupole locali ai livelli territoriali delle singole sedi lavorative. In linguaggio sindacale è nota come r.s.u. (altri, con altri linguaggi, hanno iniziato a definirle m. s.u., evidenziandone una specificità altrove descritta nel dettaglio). E’ così denominabile nel senso - anche anatomico, ma non solo – di cupola del cazzo, ad indicare un livello comunque inferiore e di minorità rispetto alle cupole locali, con le quali pure può esservi più o meno parziale sovrapposizione. Talvolta può inoltre assumere forme ulteriormente bizzarre, quali la bicappella (singolare organo assembleare dotato di due cappelle).

Patacche
Sono le singole bande sindacali, ormai in crescita esponenziale e incontrollata (incontrollabile ?), un po’ come gli alieni degli ultimi livelli di space invaders (per chi non avesse presente questo pioniere della storia videoludica, vale la pena ricordare che tale era, ai livelli più avanzati, la loro velocità di spostamento e di riproduzione che era quasi impossibile, nonostante i tentativi di eliminarli, non esserne sopraffatti…). Tutte insieme sono riunite nella cupola (o, come meglio spiegato, nelle diverse cupole), insieme con quella che dovtrebbe essere (e non è mai) la controparte.

Pataccari
Sono i (sempre più numerosi, manco a dirlo) titolari di patacche, vere o presunte (tanto nessuno controlla).

Scafisti
Categoria di pataccari dedita al trasporto e allo spostamento (più o meno legale: quella che dovrebbe essere la guardia costiera, inutile dirlo, non interviene e spesso è in combutta con loro) da un luogo all’altro (di solito da un luogo di lavoro a un luogo di prepensionamento retribuito, dopo un periodo di transito in qualche feudo sindacale) di altri individui fiancheggiatori (mozzi) della medesima patacca. Il biglietto per l’imbarco può essere conferito a titolo gratuito o oneroso. Le spese di viaggio e di soggiorno sono comunque in ogni caso a carico dei lavoratori e, più in generale, di tutti i contribuenti.
Se, invece che semplici mozzi o imbarcati, si riesce ad ottenere dei gradi e divenire parte degli (sterminati) equipaggi, si ricevono inoltre uno stipendio e varie indennità di importo variabile a carico della collettività intera (come tutto il resto, scafi compresi)

Casta
E' data dall’insieme di tutti gli appartenenti alle categorie sopra elencate e descritte, più molti altri che non appaiono classificabili in nessuna di esse per il semplice fatto di non avere proprio niente (e non semplicemente poco) a che fare con i luoghi di lavoro.

Lavoratori
Sono coloro che, appunto, lavorano per mandare avanti la baracca e sulla cui pelle prolifera tutta l’impalcatura qui descritta nei suoi vari elementi. Sono, in pratica, l’equivalente della servitù della gleba nel sistema feudale, coloro cioè che lavorano per mantenere le rendite parassitarie dei (tanti) titolari di privilegi feudali ai diversi e numerosi livelli del sistema. In tale contesto, va sottolineato come i dirigenti rivestano per lo più un ruolo simile a quello svolto all’epoca dal papato e dal clero, ovvero di garanti dell’ordine feudale.
Il fatto che i lavoratori siano sempre di meno e i membri della casta, titolari a vario titolo di una qualche forma di rendita, sempre di più è l’indice più inquietante che lascia presagire un lento ma inesorabile crollo del sistema.
Il problema sarà non essere sepolti o colpiti dalle macerie, e non dover pagare per molto tempo ulteriori e enormi costi di ricostruzione: dunque, sarebbe auspicabile una demolizione controllata, ovvero una rivoluzione democratica e liberale, una rivoluzione del lavoro contro la rendita, che consenta di abbattere il gigantesco e pericolante edificio prima che la sua inevitabile putrefazione giunga a compimento, per poi, una volta sgombrato il campo dalle sgangherate macerie, poter pensare a costruire qualcosa di nuovo e di più equilibrato e sostenibile o, in mancanza, riguadagnare nuovi spazi aperti ed ariosi ed un ambiente più salubre.

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