20 settembre 1870. Il giorno della liberazione, rivelatasi ben presto provvisoria, di Roma (e dell'Italia) dalla tirannide temporale del papato. Per chi ama e crede nella libertà è festa nazionale.
Nelle parole di Ernesto Nathan, il più grande sindaco che Roma abbia finora avuto:
“… per la breccia di Porta Pia, entrò nella città eterna il pensiero civile ed umano, la libertà di coscienza, abbattendo per sempre, muraglia di una Bastiglia morale, il potere temporale dei papi… Quella data… da nazionale diviene, nel suo alto significato filosofico, universale, e come tale la festa del popolo per i popoli”.
Qui si può leggere lo storico discorso celebrativo di E. Rossi, Il nostro XX settembre. Lettura quanto mai salutare in un momento in cui l'attuale sindaco della Capitale ne oltraggia la memoria commemorando, tramite suoi (degni o indegni) rappresentanti, gli zuavi pontifici mercenari invece dei bersaglieri liberatori di Roma.
Non per altro la Chiesa è sempre stata contro le libertà democratiche: per il timore, cioè, di divenire oggetto, come ogni altra istituzione, di discussione e di critica.
In una periodo in cui le battaglie vanno combattute anche e in primo luogo per riappropriarsi del significato delle parole (i "clericali" definiscono se stessi "laici" e chiamano i laici spregiativamente "laicisti", sicché i "laicisti" sono semplicemente laici invece che clericali) voglio riportare, inoltre, alcune parole di G. Salvemini, straordinarie e particolarmente appropriate:
"Tutti in Italia sembrano aver dimenticato che la libertà non è la mia libertà, ma è la libertà di chi non la pensa come me. Un clericale non capirà mai questo punto, né in Italia, né in nessun altro Paese del mondo. Il clericale non arriverà mai a capire la distinzione fra peccato e delitto, fra quello che lui crede peccato e quello che la legge secolare ha il dovere di condannare come delitto. Punisce il peccato come se fosse delitto, e perdona il delitto come se fosse peccato. Non è mai uscito dall'atmosfera dei 10 comandamenti, nei quali il rubare e l'uccidere (delitti) sono messi sullo stesso livello del desiderare la donna d'altri (peccato). Perciò è necessario tenere lontani i clericali dai governi dei paesi civili." [...]"La ideologia del laicismo nega alle autorità ecclesiastiche il diritto di mettere legalmente a servizio delle loro ideologie le autorità secolari. Le autorità ecclesiastiche hanno il diritto di "consigliare" i fedeli, e magari di condannarli al fuoco eterno, ma nell'altra vita. Se avessero la facoltà di imporre giuridicamente a fedeli e non fedeli i loro consigli e le loro condanne in questa vita, i loro consigli diventerebbero "leggi". I peccati diventerebbero delitti. Il laicismo - inteso in questo senso, e non so in quale altro senso si possa intendere - è la secolarizzazione delle istituzioni pubbliche." [...]"È solo dopo essere vissuto in paesi protestanti, che io ho capito pienamente quale disastro morale sia per il nostro paese non il "cattolicesimo" astratto che comprende 6666 forme possibili di cattolicesimi, fra cui quelle di San Francesco e di Gasparone, di Savonarola e di Molinas, di Santa Caterina e di Alessandro VI, ma quella forma di "educazione morale" che il clero cattolico italiano dà al popolo italiano e che i papi vogliono sia sempre data al popolo italiano. È questa esperienza dei paesi protestanti che ha fatto di me non un anticlericale, ma un anticattolico..."Gaetano Salvemini, Lettere dall'America 1947-1949 (epistolario con Ernesto Rossi)
3 commenti:
Vaticano = Iran = Stato canaglia
Pensate un attimo: cosa accadrebbe se il Vaticano (o la chiesa italiana) controllasse (oltre a governo e parlamento) esercito, polizie, carabinieri, servizi segreti, magistratura, corte costituzionale etc. e magari tutta o quasi tutta la stampa (la televisione già la controllano)... Sarebbe appunto l'Iran, o magari la versione aggiornata dello stato pontificio. Appunto.
Questo centro-destra italiano è ormai la mano legislativa del Vaticano, con la pavida complicità di buona parte del centro-sinistra...
Dove andremo a finire? C'è solo da sperare che prima o poi anche da noi si arrivi a una più bilanciata contrapposizione di "pro-choice" vs. "pro-life"
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