Dunque torna in gioco Airfrance. Con una fondamentale differenza però: che con il piano precedente i debiti di Alitalia se li sarebbe pagati Airfrance medesima, mentre adesso li pagheremo noi in nome dell'italianità prevalente della compagnia e del margine di profitto monopolistico da garantire alla cordata amica. Pronti a ricominciare daccapo come prima.
Un disastro di cui sono ben chiari i nomi dei responsabili: Silvio Berlusconi, i suoi soliti complici sindacali (Bonanni in testa) e la corporazione dei piloti nelle sue diverse articolazioni di potere. Anche Prodi ha avuto delle colpe, che consistono essenzialmente nell'incertezza con cui ha assecondato la demagogia montante del Cav, senza trovare il coraggio di opporvisi e di denunciarla in campagna elettorale e di spingere con più forza per chiudere in fretta la vendita ad Airfrance.
Come affermava Capezzone prima della sua riconversione in "compagno di bandiera" forzaitalica, e proprio in risposta agli inverecondi attacchi di Berlusconi e dei leghisti alle c.d. "compagnie low cost" in difesa dei privilegi alitalici,
"quello dell'italianità è un dibattito ingannevole: a me l'unica italianità che interessa è il portafogli italiano del viaggiatore italiano... le tariffe attuali sono un furto, anche perché ormai si viaggia in tutta Europa con 6 euro... prendiamo come bussola gli interessi dei viaggiatori e non correremo rischi... quello che fa la compagnia irlandese [Ryanair, nota mia] e che fanno tutti gli attori capaci di offrire più scelta e qualità a minor prezzo è da considerare come una benedizione... tutto quello che inchioda i viaggiatori e li riduce a prigionieri di tariffe che si aggirano sopra i duecento euro per una tratta come Roma-Milano al massimo può essere considerato una maledizione".
In sintesi. Il mito, anzi la bufala corporativa e protezionistica dell'"italianità" non vuol dire altro se non che i debiti di queste imprese fallimentari (Alitalia è solo quella del momento) dovranno ripianarli - ancora e per l'ennesima volta - i contribuenti italiani, che "in cambio" poi ne ricaveranno - continueranno a ricavarne -, in quanto cittadini consumatori, minore concorrenza e maggiori prezzi...
Dietro la "bandiera tricolore" c'è sempre un potente sottofondo di interessi politici ed economici. E questo lo si dovrebbe aver chiaro da un pezzo. Nonostante le intemerate protezionistiche e "antimercatistiche" di Tremonti & co. Del resto il loro intento è chiaro: fare dell'Italia una gigantesca Alitalia... e ci stanno riuscendo!
Basta col protezionismo e con i monopoli (nazionali o meno), la soluzione è una sola: più concorrenza, più mercato, più soggetti competitori (e meno amici che ci guadagnano e corporazioni che prosperano)!
3 commenti:
basta con questa retorica nazionalista di merda che serve solo tutte le volte a fregare qualcuno!!!
Il protezionismo incula tutti tranne quelli che ci guadagnano a spese della collettività
Vogliamo parlare delle impudiche rivendicazioni di mantenimento privilegi vergognosi, quali x es. (fonte "Il Riformista"):
mezzo di servizio con autista per tragitto da e per casa al posto di lavoro, andata e ritorno, per ogni volo;
permanenza in alberghi 4-5 stelle scelti in una lista la cui predisposizione e aggiornamento spetta - per contratto - ai sindacati (con quali criteri e convenienze e costi si può immaginare)
biglietti gratis o a costo 10% per sé, familiari etc...
VERGOGNA!!!
Posta un commento